Esame farsa a Suarez, Cantone ferma l’indagine: «Indignato per fuga di notizie». Gli avvocati della Juve 8 ore dai pm

Il calciatore Luis Suarez (foto tratta dal suo profilo Facebook ufficiale)

L’inchiesta sull’esame farsa sostenuto dal calciatore uruguaiano Luis Suarez per ottenere la cittadinanza italiana subisce un brusco colpo di freno. Con una mossa a sorpresa, il procuratore Raffaele Cantone ‘congela’ per il momento le indagini: le indiscrezioni di stampa sugli step dell’attività investigativa, le notizie sulle deposizioni da acquisire fuoriuscite in tempo utile per consentire a giornalisti e operatori di tv di stazionare dinanzi all’ingresso della procura, hanno mandato su tutte le furie il neo capo dei pm.

«Sono indignato per quanto successo finora – ha detto Cantone -, compreso l’assembramento dei mezzi d’informazione oggi sotto alla procura. Faremo in modo che tutto questo non accada più». E, così, nell’attesa di rimodulare il piano di intervento allo scopo di «garantire l’assoluta segretezza degli accertamenti», Cantone ferma momentaneamente la ‘macchina’. Una decisione insolita, che lascia intuire quanto sia teso il clima che ruota attorno all’esame farsa sostenuto da Suarez all’Università per gli stranieri di Perugia.

Per ora l’attaccante non è indagato e non lo sono neanche i vertici della Juventus, benché molti dei nuovi accertamenti ruotino proprio attorno al club bianconero: l’obiettivo è trovare prove concrete e certe su chi abbia pressato gli esponenti della Università finiti sotto inchiesta affinché consentissero a Suarez di superare l’esame senza problemi, benché il calciatore – come emerso da alcune intercettazioni al cuore dell’indagine – non conoscesse una parola di italiano, tanto è vero che le domande furono concordate a tavolino. Prima di puntare l’indice, la procura di Perugia sta però provando a tracciare una scenario. Di qui le tante audizioni che si stanno seguendo da quando l’inchiesta è divenuta nota a seguito delle perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza.

Ieri sono stati ascoltati l’avvocato Luigi Chiappero, storico legale della Juve, e la collega Maria Turco, che ha materialmente seguito la pratica con il direttore generale dell’università Olivieri (indagato): entrambi sono stati convocati come persone informate sui fatti per chiarire una telefonata intercorso tra Maria Turca e Olivieri alla quale ha assistito Chiappero. L’interrogatorio di entrambi è durato a lungo, circa 8 ore complessive. «Abbiamo ribadito la trasparenza del nostro operato professionale. Abbiamo ascoltato le domande che ci sono state poste,abbiamo contribuito in maniera positiva alla ricostruzione dei fatti nella nostra veste di testimoni, abbiamo ribadito la trasparenza del nostro operato professionale in un clima assolutamente sereno», ha detto l’avvocato della Juventus Luigi Chiappero. Il legale della Juve ha poi voluto polemizzare anche su diversi articoli di stampa: «Si e’ dimostrato, questa volta come in tante altre occasioni, che la verità spesso viene alterata, ritagliata, ricostruita e restituita in un racconto che magari serve più al lettore ma che non è la verità».

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sabato, 26 Settembre 2020 - 11:09
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