Strage di Nizza, l’attentatore era sbarcato a Lampedusa. Il centrodestra chiede le dimissioni del ministro Lamorgese


La strage di Notre-Dame a Nizza riapre il dibattito sugli sbarchi di immigrati sulle coste italiane e rischia di trasformarsi in un caso che contrappone Italia e Francia. La questione politica, invece, nel nostro Paese è già scoppiata ieri quando si è diffusa la notizia che l’attentatore, il 21enne tunisino Brahim Aouissaoui che ha sgozzato tre persone, decapitando una di loro, è arrivato a Lampedusa su un barcone ed è riuscito nonostante un decreto di espulsione a raggiungere Nizza.

In questo ore la polizia e l’Intelligence italiana e francese stanno cercando di ricostrruire la rotta seguita dal 21enne, arrivato sull’isola siciliana, trasferito poi a Bari e infine arrivato in Francia. Sicuramente l’uomo è arrivato a Lampedusa il 20 settembre, in giorni in cui l’hotspot dell’isola era super affollato e – dopo il tampone – è stato imbarcato, già il 21, con molti altri migranti sulla nave quarantena Rhapsody. Finito il periodo di sorveglianza sanitaria, tra l’8 e il 9 ottobre è sbarcato a Bari dove è stato sottoposto a tutte le procedure di identificazione e fotosegnalamento. Alcuni dei passeggeri della Rhapsody sono stati trattenuti in Cpr, altri – la maggior parte, e tra di essi Aoussaoui – hanno ricevuto il decreto di espulsione del prefetto con l’ingiunzione a lasciare l’Italia entro sette giorni. Ordine che il tunisino ha in effetti rispettato, per poi ‘riapparire’ oggi nella chiesa di Nizza. Ora si tratta di capire se era noto, e perché, alle autorità tunisine, se aveva contatti nel nostro Paese e Oltralpe. E se, soprattutto, dietro al suo viaggio ci fosse proprio il progetto, o almeno l’idea, di un attacco del tipo di quello portato a termine stamattina. 

Il Viminale nelle scorse ore ha chiarito che Aoussaoui non sarebbe mai stato segnalato dalle autorità di Tunisi, al contrario di altri, e non era segnalato sotto il profilo della sicurezza nei canali di intelligence. Intanto il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha deciso di richiedere le audizioni del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e del capo della Polizia Franco Gabrielli «sulle specifiche tematiche riguardanti gli eventi di piazza che si stanno verificando e sulla vicenda del cittadino tunisino che transitato dall’Italia ha poi compiuto il sanguinoso attentato in Francia», precisa il presidente del Comitato Raffaele Volpi.

Le illazioni prima e la conferma dopo del fatto che l’attentatore tunisino sia arrivato in Italia come clandestino prima di finire nella chiesa di Nizza hannp dato la stura alle reazioni politiche, col centrodestra a riportare in auge il dibattito sugli sbarchi. «Se per l’attentatore di Nizza sono confermati lo sbarco a Lampedusa a settembre, il passaggio da Bari e poi la fuga chiediamo le dimissioni del Ministro dell’Interno Lamorgese» ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ha chiesto invece al Governo di «chiarire quanto riportato dal deputato francese Eric Ciotti, secondo il quale l’attentatore di Nizza sarebbe un tunisino arrivato in Francia passando per Lampedusa. Se questa notizia dovesse essere confermata sarebbe di una gravità inaudita ed esporrebbe la nostra Nazione al rischio di isolamento. È uno scenario che FdI da tempo denuncia e che potrebbe concretizzarsi a causa della furia immigrazionista di questo Esecutivo. Conte, Di Maio, Lamorgese: di fronte a un’accusa gravissima l’Esecutivo è obbligato a rispondere».

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venerdì, 30 Ottobre 2020 - 09:56
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