Assalto a Capitol Hill, si aggrava il bilancio di morti e feriti. America sotto choc, i social silenziano Donald Trump


L’attacco al cuore della più grande democrazia del pianeta è andato in scena nel corso della riunione per la ratifica del voto che lo scorso novembre ha visto l’elezione Joe Biden a presidente Usa. Scene di violenza senza precedenti, con centinaia di manifestanti che sono riusciti a forzare la sicurezza del Campidoglio (il Parlamento statunitense) e a bloccarne i lavori. Immediata la risposta delle forze di polizia, intervenute per sedare la protesta che da pacifica si è presto trasformata in aggressiva. Il bilancio attuale, che attende conferme ufficiali, è di 4 morti e 13 feriti; cinquantadue sono invece al momento le persone arrestate dalla polizia metropolitana di Washington, la città che avrebbe dovuto ospitare il primo step del passaggio di consegne tra l’uscente Donald Trump e il successore, il democratico Biden, e si è invece trasformata in una polveriera.

Ad incendiare la serata è stato lo stesso Trump che in mattinata era uscito dalla Casa Bianca e aveva arringato migliaia di suoi sostenitori/circa 45mila che hanno partecipato alla marcia ‘Save America’) spingendo sullo stesso tasto su cui spinge da novembre: i brogli elettorali, l’intenzione di non riconoscere la vittoria del suo avversario. Al suo vice Mike Pence, lo stesso tycoon aveva invece chiesto di accettare le obiezioni di centinaia di parlamentari repubblicani contro il voto negli Stati chiavi che ne hanno decretato la sconfitta, ottenendo però il diniego dello stesso Pence.

Parole che, alla luce di quanto accaduto poche ore dopo, sono state l’innesco di una bomba pronta ad esplodere. I manifestanti hanno infatti raggiunto a piedi Capitol Hill, sede del congresso, dove andava in scena una procedura meramente burocratica ovvero la lettura e la conta dei voti dei grandi elettori, con la conseguente consacrazione di Biden come vincitore delle travagliate consultazioni elettorali del travagliato 2020. Una procedura che solitamente viene sbrigata senza clamori, ma che ieri è diventata l’occasione di una delle pagine più buie della storia degli Usa. Il dibattito era da poco iniziato a Capitol Hill su una mozione presentata dal deputato Ted Cruz sul voto in Arizona, quando si è scatenato il caos.

Centinaia di persone con bandiere americane e cartelli hanno assaltato e occupato il Campidoglio, mostratosi incredibilmente inerme ad attacchi esterni. Stando a quanto emerso, all’esterno sarebbero stati rinvenuti anche degli ordigni non esplosi. Inevitabile lo scontro con la polizia che ha utilizzato anche le armi contro i manifestanti.

Trump, dal canto suo, ha assistito alla protesta dalla Casa Bianca continuando a twittare in maniera ambigua, senza mai condannare l’occupazione ma poi chiedendo, prima con un tweet, poi con un brevissimo video, di abbandonare pacificamente il Campidoglio. Mai una parola per prendere le distanze da quanto stava avvenendo però, anzi parole di apprezzamento per i manifestanti. A tarda serata, i social network hanno deciso di silenziarlo bloccando la possibilità di commentare, censurando l’ultimo video e aggiungendo sotto i suoi post un post che spiega che le elezioni in America sono ‘integre’. A Washington intanto è stato decretato un prolungamento di 15 giorni del lockdown per motivi di sicurezza.

«La nostra democrazia è sotto un assalto senza precedenti, mai visto in passato, un assalto contro i rappresentanti del popolo – ha detto Joe Biden condannando l’attacco dei sostenitori al Congresso, sottolineando che è un attacco «allo stato di diritto». I fatti di oggi «sono un doloroso memento del fatto che la democrazia è fragile e per preservarla sono necessari persone di buona volontà», ha affermato Biden dicendosi “shoccato e rattristato” per il fatto che l’America sta vivendo “un momento così buio” ma esprimendo la convinzione che, come in altri momenti, alla fine prevarrà.

giovedì, 7 Gennaio 2021 - 08:25
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