Volevano uccidere l’affiliato al clan rivale, 3 in manette nel Napoletano


Volevano eliminare un esponente del clan rivale intenzionato a sua volta a colpirli con azioni di fuoco. L’omicidio, pianificato nei dettagli, fu sventato dai carabinieri che avevano intercettato una compravendita di armi destinati proprio all’agguato e consentirono l’emissione di un decreto di fermo.

La vicenda è stata ricostruita dai militari del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata che questa mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone: Carmine Amoruso, 38 anni, Marco Amoruso, 28 anni e Luca Garante, 34 anni, tutti di Poggiomarino (Napoli) e secondo gli inquirenti appartenenti a un nuovo clan capeggiato da Carmine Amoruso, ex collaboratore di giustizia ed ex componente del clan Giugliano. Nell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli le accuse rivolte agli arrestati (tutti già in carcere) sono di ricettazione e porto e detenzione di armi da fuoco comuni e da guerra, aggravati dalla finalità mafiosa di «esperire un radicale controllo del territorio nell’area di Poggiomarino anche attraverso l’esecuzione di un omicidio».

Bersaglio dell’azione omicidiaria doveva essere il 38enne Raffaele Carrillo, componente del clan rivale capeggiato da Rosario Giugliano.  L’ordinanza di custodia cautelare eseguita, ratifica ed avvalora il decreto di fermo, emesso lo scorso 30 luglio dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti dei tre, ed eseguito a dai militari dell’Arma, confermando la solidità degli elementi raccolti in fase investigativa in relazione a tutti i reati contestati, non ultima l’aggravante del metodo mafioso.

Dalle indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emerse che gli Amoruso avevano pianificato l’omicidio di Carrillo, che secondo gli stessi Amoruso voleva eseguire azioni di fuoco nei loro confronti.
Il piano è stato sventato dalla scoperta dell’acquisto di armi e dal successivo decreto di fermo. Gli indagati avevano infatti già recuperato fucili e 2 pistole – una semiautomatica marca Steyr cal. 40 ed un revolver marca Smith & Wesson cal. 38 special – sequestrate nel corso della perquisizione eseguita dai militari presso l’abitazione degli Amoruso.

martedì, 17 Agosto 2021 - 10:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA