Dalla procura nazionale antimafia al Parlamento: da Grasso a Roberti, ora ci prova anche Cafiero de Raho


E siamo a tre. Tre procuratori della Direzionale nazionale antimafia che, terminato l’incarico, si ritrovano catapultati in Parlamento, con uno scarto temporale tra l’addio alla toga e la nuova veste politica davvero risibile. Federico Cafiero de Raho, il magistrato che a Napoli ha coordinato inchieste contro i Casalesi prima di approdare alla guida della Dna dove ha concluso la sua carriera, è ufficialmente candidato con il Movimento 5Stelle per le Politiche del 25 settembre.

Ieri gli iscritti grillini hanno dato il via libera al cosiddetto ‘listino Conte’, ossia 17 nomi proposti dal leader pentastellato, nel corso delle cosiddette ‘parlamentarie’: hanno risposto ‘sì’ in 43.282 iscritti, pari all’86,54% dei voti espressi.

Quindi Cafiero de Raho sarà della partita, mantenendo vivo un filone che si è aperto con Pietro Grasso. Alla guida della Dna per ben due mandati, nel dicembre 2012 Grasso presenta la richiesta di aspettativa al Csm annunciando così la sua discesa in campo con il Pd: Pierluigi Bersani lo volle con forza candidato e Grasso fu eletto nel marzo 2013, divenendo presidente del Senato nella 17esima legislatura. Nel 2017 Grasso lasciò il Pd e lanciò Liberi e Uguali, venendo rieletto in Senato nel 2018. A questa tornata elettorale Grasso non ci sarà.

Dopo di lui ad essere reclutato, sempre dal Partito democratico, è stato Franco Roberti, anche lui una lunga carriera di magistrato antimafia a Napoli (dove ha coordinato il pool antimafia distrettuale) prima di approdare alla guida della Direzione nazionale antimafia: andato in pensione il 16 novembre 2017, Roberti è dal 2019 membro del Parlamento europeo. Ora tocca a Federico Cafiero de Raho, che è andato in pensione a febbraio. 

mercoledì, 17 Agosto 2022 - 13:07
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