Il decreto rave «fa schifo», ma «abbiamo individuato una battaglia che è la legge Bonafede, nell’aspetto della prescrizione» dice Matteo Richetti, capogruppo del Terzo Polo alla Camera, in una conferenza stampa a Montecitorio. In due parole, il doppio forno di Azione-Italia Viva col governo Meloni. E dopo l’ok dell’esecutivo all’odg renzian-calendiano, per cancellare la riforma della prescrizione dell’ex guardasigilli grillino, ora il Terzo Polo annuncia la presentazione di una proposta di legge. «Abbiamo deciso – spiega il primo firmatario Enrico Costa, deputato di Azione – di presentare una proposta di legge che contiene i temi già presenti nell’ordine del giorno sulla prescrizione, così da un semplice atto d’indirizzo passiamo a un testo legislativo: chiediamo ora al centrodestra di calendarizzarla».
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Contro la legge spazzacorrotti, voluta dal governo Conte uno, la convergenza tra centrodestra e Terzo Polo è presto fatta. Non mancano gli strali dalle altre opposizioni, in primis il M5S, ma anche il Pd. «Non abbiamo fatto un accordo col centrodestra sottobanco, ma – insorge Richetti – lo abbiamo fatto a partire dal nostro programma elettorale. Alla voce giustizia, nel programma c’è il ripristino della prescrizione sostanziale». Ossia, passare da un istituto del codice di procedura ad uno disciplinato dal codice penale. E così, scavalcare anche la riforma Cartabia, che già aveva modificato la legge Bonafede. «Venirci a dire che la riforma Cartabia ha risolto tutto quanto non è molto onesto – afferma Costa-. Cartabia ha fatto tutto quello che poteva fare nelle condizioni date, ma le è stato imposto di non toccare la riforma Bonafede e lei non l’ha potuta toccare, tant’è che Bonafede aveva previsto la sospensione della prescrizione dopo il primo grado e la prescrizione dopo il primo grado è rimasta tale. La Cartabia ha aggiunto per l’appello la prescrizione processuale, l’improcedibilità, con una serie di deroghe, imposte dal M5s, che la rendono comunque sterile. Le due cose sono cose diverse».
La meta del Terzo Polo, invece, è «ripristinare un’ordinata prescrizione perché solo così raggiungiamo la ragionevole dutrata del processo. L’obiettivo è quello di abbreviare i tempi dei processi, un obiettivo comune a tutti quelli hanno a cuore la giustizia». Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, punta il dito contro i dem: «Con la scissione che ci fu qualche anno fa nel Pd, purtroppo il garantismo si è scisso e se ne è andato dal Partito democratico, oggi sono convintamente sulle posizioni del M5s in quel gruppo parlamentare e noi li sfidiamo a sostenere un’azione profondamente riformista, legata al rispetto della Costituzione, e a votare il nostro Odg».
Ma Alessandro Zan, deputato del Pd, ribatte: «L’odg Costa non ci riporta alla riforma Orlando sulla prescrizione ma rischia di farci tornare a quelle volute da Arcore a firma Cirielli». Duro il Movimento 5 Stelle. «Giorgia Meloni – si legge in un post Facebook del M5S – cita sempre Paolo Borsellino e la lotta alla mafia, ma alle parole seguono fatti che vanno in direzione opposta. Evidentemente prova imbarazzo ad illustrare chiaramente al Paese il suo piano “Salvacorrotti” Mentre le Istituzioni europee sono sconvolte dalla corruzione e dalle mazzette nei bustoni di plastica, il piano del Governo è molto chiaro, fra decisioni prese e altre annunciate: tappeto rosso alla corruzione nella Pubblica amministrazione e agli appetiti di mafie e clan che vogliono mettere mano ai fondi pubblici proprio mentre servirebbe un maggior presidio per mettere al riparo gli oltre 200 miliardi del Pnrr».
giovedì, 29 Dicembre 2022 - 22:03
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