Giustizia, penalisti in sciopero contro Nordio e Meloni: «Riforme urgenti ignorate, diktat dei magistrati eseguiti»


La promessa di intervenire sulla separazione delle carriere, di abolire l’abuso d’ufficio, di dare un giro di vite alle intercettazioni e, in maniera più ampia, di dare «un volto nuovo per il servizio giustizia» tenendo sempre presente il rispetto dell’onore dell’indagato. Carlo Nordio aveva creato non poche aspettative nel mondo dell’avvocatura presentandosi con questo pacchetto di ‘proclami’, accompagnato – in più occasioni – da parole assai dure nei confronti della magistratura. Ma di quelle promesse, ad oggi, nulla ha trovato concretezza. Anzi, Nordio s’è ritrovato pure ‘richiamato’ pubblicamente dalla premier Giorgia Meloni, che l’ha voluto al dicastero di via Arenula. E così il ministro che voleva usare il lanciafiamme contro il sistema giustizia s’è fermare, finendo nel mirino dei penalisti.

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Dal 19 al 21 aprile l’Unione delle Camere penali ha proclamato tre giornate di astensione da ogni attività giudiziaria nel settore penale. Il primo sciopero degli avvocati contro il nuovo Governo. Un passo inevitabile perché, lamenta l’Ucpi, «le riforme processuali urgenti richieste dalla avvocatura sono ignorate», mentre «i diktat della magistratura prontamente eseguiti: rallentamento della riforma costituzionale della separazione delle carriere, congelamento delle riforme dell’ordinamento giudiziario sgradite alle toghe. E poi, carcere, carcere, carcere, ogni qual volta la cronaca e la ricerca del consenso ispirano e sollecitano il peggiore populismo penale».

Eppure, agli albori del Governo Meloni sembrava che si sarebbe andati in una direzione diversa. Invece, si dolgono i penalisti, «sono rimasti senza esito i ripetuti impegni pubblici del Ministro Nordio». In particolare gli avvocati lamentano la mancata convocazione di «un tavolo (Camere Penali, A.N.M, accademia) per individuare gli interventi più necessari ed urgenti di modifica dei decreti attuativi Cartabia». Un tema urgente da affrontare. Tra le più gravi criticità evidenziate dai penalisti in un complesso documento elaborato «con il sostegno della più autorevole dottrina processualista italiana» spiccano «le nuove norme sulle impugnazioni, che si traducono nel grave pregiudizio, già quotidianamente in atto nelle aule di giustizia, per il diritto di appello soprattutto dei soggetti più deboli i quali, assistiti da difensori di ufficio e spesso privi di un domicilio stabile, sono spesso posti nella inaccettabile condizione di non potere accedere ai successivi gradi di giudizio». «Ciò mentre – aggiungono gli avvocati – altre criticità (quali ad esempio la imminente entrata a regime delle udienze predibattimentali nonostante i gravi vuoti di organico, o l’anomalia ed ingestibilità del nuovo regime prescrizionale) esigono risposte sulle quali pure il Parlamento ha formalmente impegnato il Governo, ad oggi senza alcun esito».

L’Ucpi invita, quindi, «tutte le Camere Penali territoriali ad organizzare nei primi due giorni ogni utile iniziativa politica di confronto, mobilitazione e discussione sulle ragioni e gli obbiettivi della protesta nazionale, e ad accelerare la già deliberata organizzazione dei comitati locali di sostegno al percorso parlamentare della riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, aperti a tutta la società civile». La «nuova stagione di iniziative politiche in difesa del diritto penale liberale e del giusto processo» è aperta.

martedì, 28 Marzo 2023 - 21:58
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