Blitz contro Ferrara-Cacciapuoti, 19 arresti e 11 società sequestrate: l’aiuto al latitante Contini, piazze di spaccio vietate e ‘pizzo’


Undici società, con un volume annuo di affari di circa 16 milioni di euro, poste sotto sequestro; 19 persone raggiunte da misura cautelare per i reati, contestati a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violazioni alla normativa sulle armi e sugli stupefacenti e tentato omicidio, reati tutti aggravati dalla matrice camorristica.

Sono i numeri dell’inchiesta, coordinata dalla procura di Napoli e condotta da carabinieri e guardia di Finanza, che stamane ha colpito il clan Ferrara-Cacciapuoti attivo nel comune di Villaricca, in provincia di Napoli.

Un’inchiesta ampia che ha abbracciato diverse zone di affari della cosca che un tempo insieme ai Nuvoletta di Marano e ai Casalesi era nel cartello della Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra e nemico della Nco di Raffaele Cutolo. Si va dalle attività tipiche di un clan come lo spaccio e le estorsioni, a business di livello legati ad attività imprenditoriali. Una diversificazione resa possibile dalla divisione dei compiti all’interno del sodalizio bicefalo. I Ferrara sono sempre stati la frangia a vocazione spiccatamente imprenditoriale, con interessi in particolare, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, degli idrocarburi e della commercializzazione di generi alimentari. I Cacciapuoti si sono invece sempre occupati degli affari più ‘spicci’. Un particolare non secondario: i vertici del clan sono stati coinvolti nella latitanza del boss Eduardo Contini.

Niente piazze di spaccio a Villaricca, solo consegne a domicilio
C’era una regola inviolabile all’interno del clan Ferrara-Cacciapuoti: a Villaricca, dove il sodalizio ha la propria base operativa, non si spaccio droga. Questo per evitare ‘intralci’ agli affari da parte delle forze dell’ordine. Tuttavia la vendita di droga era comunque ammessa, a patto che essa avvenisse esclusivamente con consegne a domicilio.
A spiegare agli inquirenti come funziona lo spaccio di sostanze stupefacenti a Villaricca è stato il collaboratore di giustizia Vito Guadagno. Emerge dall’ordinanza con la quale oggi il gip di Napoli ha disposto l’arresto di 19 persone ritenute appartenenti al clan Ferrara-Cacciapuoti. «I capi del clan Ferrara e Cacciapuoti ci tengono a sottolineare che essi non ammettono la gestione di piazze di spaccio a Villaricca perché essi si devono dedicare agli affari e non attirare i controlli delle forze dell’ordine», dice Guadagno facendo emergere chiaramente la vocazione imprenditoriale di queste due famiglie mafiose. Secondo il pentito, ma la circostanza emerge anche dalle indagini, a Villaricca «non ci sono vere e proprie piazze di droga», «lo spaccio viene realizzato solo telefonicamente, in maniera volante e ciò non è casuale, – afferma il Guadagno – ma risponde a un preciso ordine dettato da Ferrara Domenico detto ‘o’ muccuso’ (il moccioso) il quale non vuole che i suoi affari imprenditoriali milionari vengano compromessi dai controlli sul territorio delle forze dell’ordine…».

Il ‘pizzo’ imposto alle attività commerciali
L’indagine ha spinto la procura a contestare 9 ipotesi estorsive, in prevalenza a danno di imprenditori operanti nel settore dell’edilizia, di titolari di palestre e di sale giochi. Le vittime erano tenute a versare somme per importi variabili, all’incirca da 1.500 a 5.000 euro al mese: il denaro confluiva nella ‘cassa comune’. Inoltre dalle indagini è emerso che il titolare di una sala giochi sarebbe stato tenuto a corrispondere 70 euro per per ogni apparato presente in sala.

La latitanza del boss Contini
Il clan Ferrara aveva messo a disposizione di Contini un appartamento nei pressi della villa di Villaricca di Domenico Ferrara, componente di vertice dell’omonimo gruppo mafioso. Quest’ultimo svolgeva il ruolo di “ufficiale di collegamento” tra il boss Edoardo Contini e il reggente Patrizio Bosti, oltre che tra Contini e Bosti e il clan Mallardo (componente con i Contini e i Licciardi la cosiddetta Alleanza di Secondigliano). A Contini era stata anche riservata – riferisce ancora De Rosa – una dimora nei pressi di un noto parco giochi dell’hinterland a nord di Napoli.

lunedì, 5 Giugno 2023 - 11:57
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