Bufera su Mondialpol, il pm: «Lavoratori pagati 5 euro lordi all’ora». Azienda ‘commissariata’, primi indagati


Lavoratori pagati poco più di 5 euro lordi all’ora e minacciati di trasferimento se non accettavano le condizioni. Mondiapol, società leader nei servizi di vigilanza privata, finisce nella bufera. L’azienda è stata sottoposta a controllo giudiziario, una sorta di commissariamento, per caporalato e sfruttamento: la misura è un decreto d’urgenza firmato dal pm Paolo Storari di Milano e giunge nel corso dell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. I fatti sui quali si stanno concentrando le verifiche vanno dal 2019 al 2021 e riguardano il comparto ‘custodi non armati’. Il decreto dovrà essere convalidato dal gip Domenico Santoro.

Nelle province di Milano e Como sono in corso diverse perquisizioni nei confronti della società e delle persone fisiche con funzioni di responsabilità verso i lavoratori dipendenti coinvolti. La Finanza sta, inoltre, procedendo alla notifica dell’informazione di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dal management della società a vantaggio di quest’ultima. Gli indagati sono la stessa società, Vedetta 2 Mondialpol spa e il suo legale rappresentante, Fabio Mura.

Le indagini, si legge in un comunicato della procura di Milano a firma del procuratore Marcello Viola, «stanno portando alla luce fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, realizzati attraverso un assiduo sfruttamento dei dipendenti perpetrato, approfittando del loro stato di bisogno, da parte di un’importante azienda che ha corrisposto al proprio personale retribuzioni ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato».

In particolare, sottolinea la procura, emerge come «il personale dipendente si renda disponibile ad accettare di fare prestazioni straordinarie di lavoro in quantità abnorme, in modo da poter raggiungere uno stipendio che possa garantire un minimo di sopravvivenza». Secondo la ricostruzione è quindi sussistente una situazione di illegalità aggravata dall’elevato numero di lavoratori coinvolti – si stima che siano sottopagati un migliaio – nonché di concorrenza sleale posta in essere dalla società. Per tanto, ravvisando la necessità di rimuovere una “situazione tossica”, ha disposto in via d’urgenza il controllo giudiziario dell’azienda, con nomina di un amministratore giudiziario che avrà il compito di controllare il rispetto delle norme e delle condizioni lavorative «la cui violazione – si legge nella nota – costituisce indice di sfruttamento lavorativo» e di procedere «alla regolarizzazione dei lavoratori al fine di impedire che le violazioni accertate si ripetano, adottando adeguate misure anche in difformità da quelle proposte dall’imprenditore».

martedì, 18 Luglio 2023 - 14:52
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