Dopo la denuncia de ‘Il Carcere possibile onlus’, anche il garante dei detenuti per la Regione Campania interviene sul decesso in carcere di Camillo Corallo. Il 71enne è morto l’altro giorno nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove era detenuto. «Era malato terminale, da un mese attendeva una decisione del giudice per poter uscire e morire dignitosamente», spiega Ciambriello. Il garante ha incontrato i familiari di Corallo.
«Oltre 100 detenuti l’anno muoiono per ’cause naturali’ nelle carceri italiane. Raramente i giornali ne danno notizia. A volte la causa della morte è l’infarto, evento difficilmente prevedibile. Altre volte sono le complicazioni di un malanno trascurato o curato male. Altre volte ancora la morte arriva al termine di un lungo deperimento, dovuto a malattie croniche, o a scioperi della fame», ricorda Ciambriello.
Il garante sottolinea che «i tribunali applicano in maniera molto disomogenea le norme sul differimento della pena per le persone gravemente ammalate (art. 146 e art. 147 c.p.) e, spesso, la scarcerazione non viene concessa perché il detenuto è considerato ancora pericoloso, nonostante la malattia che lo debilita. O come nel caso di Camillo Corallo non arriva dopo un mese». «Verità e giustizia», chiede Ciambriello esprimendo le condoglianze alla famiglia: «Superiamo il populismo penale ed evitiamo il peccato mortale e civile dell’indifferenza, un proiettile silenzioso che uccide lentamente».
domenica, 23 Luglio 2023 - 12:04
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