«Da Santanché condotte spregiudicate», in Aula al Senato la mozione di sfiducia dei 5Stelle. Ma opposizioni divise

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Il Movimento 5Stelle va all’attacco del ministro del Turismo Daniela Santanché e presenta una mozione di sfiducia (con richiesta di dimissioni), costringendo così l’Aula del Senato a prendere posizione. «E’ imprescindibile che il nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate, nel loro prestigio e nella loro dignità, anche attraverso il doveroso principio di ‘onorabilità’ per coloro cui sono affidate funzioni pubbliche. Ne consegue la responsabilità politica anche del Presidente del Consiglio dei ministri, che, ai sensi dell’articolo 95 della Costituzione, dirige la politica generale del Governo», si legge nella mozione.

Ad ‘armare’ la mano dei grillini è stato il caso Visibilia che vede coinvolta e indagata Daniela Santanché. Caso che è stato reso pubblico da Report. «Dalle inchieste giornalistiche – è il punto di vista dei grillini espresso nel testo – emerge una tendenza a considerare le regole del mercato e le regole sindacali e previdenziali come orpelli di impaccio alla libertà imprenditoriale, condotte spregiudicate che non possono essere proprie di un ministro».

E ancora: «Ferme restando le eventuali responsabilità che verranno in caso accertate nelle sedi opportune, i fatti esposti minano fortemente la credibilità della ministra e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere le delicate funzioni alle quali è chiamata, nonché sull’opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica governativa di primo piano e di piena rappresentanza politica; l’articolo 54, secondo comma, della Costituzione recita solennemente che ‘I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge’. Tale disposizione individua una sorta di ‘dovere di fedeltà qualificata’ gravante sui pubblici ufficiali, rispetto a quella generalmente prevista al primo comma per la generalità dei cittadini. Una fedeltà poi ulteriormente rafforzata dall’obbligo di prestare giuramento, che non è però esteso a tutti coloro cui sono affidate funzioni pubbliche, ma sussiste solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Si tratta di giuramento avente natura promissoria, cioè di una promessa per il futuro mediante la quale il giurante, con un’apposita dichiarazione unilaterale di volontà espressa mediante un’apposita formula rituale, si impegna a vincolare il proprio comportamento al rispetto dei doveri derivanti dalla Costituzione e dalle leggi».

In conclusione: «Il giuramento, soprattutto in relazione ai titolari di organi politici e costituzionali, introdurrebbe un vincolo ulteriore e diverso dall’obbligo di osservanza della Costituzione e delle leggi e comunque dai doveri di disciplina ed onore richiamati; tale vincolo concernerebbe il rispetto di quelle regole di correttezza costituzionale che non sono facilmente riproducibili in specifiche definizioni legislative, ed opererebbe proprio nella sfera morale, quella cioè di fronte alla quale l’operatività dei precetti giuridici normalmente si arresta; la situazione soggettiva del ministro del Turismo, alla luce dei fatti emersi, risulterebbe sempre più incompatibile con la delicatezza degli incarichi ricoperti, non potendo l’Italia proseguire ad avere un governo i cui membri espongano il sistema Paese a situazioni perniciose derivanti dalla commistione di interessi pubblici e privati».

A illustrare domani (mercoledì 26 luglio) la mozione di sfiducia sarà la vice capogruppo del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino. La maggioranza di governo voterà contro la mozione. «La ministra – ha affermato Ronzulli, capogruppo in Senato di Forza Italia – godrà della fiducia di tutto il centrodestra».
Nell’opposizione il fronte non è compattissimo. Certamente la mozione sarà sostenuta dal Partito democratico e dall’Alleanza Verdi e Sinistra. Il gruppo di Azione-Italia Viva, invece, non dovrebbe presentarsi al voto. Anche se non è escluso che la compagine di Carlo Calenda possa abbandonare l’Aula. Per Calenda la mozione di sfiducia è una “stupidaggine fatta dai Cinque Stelle”, che ha “l’unico effetto di compattare la maggioranza”. “Un grave errore”, secondo il capogruppo in Senato Enrico Borghi.

martedì, 25 Luglio 2023 - 22:55
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