Rdc, le paure degli assistenti sociali: «A Napoli rischio aggressioni». De Luca: «Quell’Sms è stato un trauma sociale»

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Manifestazione di Potere al Popolo dinanzi alla sede dell'Inps a Napoli (foto dalla pagina Fb di Pap)

Quell’Sms ha creato il caos, alimentando una tensione che era già palpabile da mesi. Con un messaggio migliaia e migliaia di persone hanno ricevuto notizia della sospensione del Reddito di cittadinanza perché non in possesso dei nuovi, e più stringenti, requisiti previsti dal Governo Meloni. La comunicazione si è accavallata con il 27 (luglio), il giorno in cui sarebbe dovuto arrivare l’accredito dell’ultima ‘rata’ del Rdc e così in moltissimi hanno iniziato a credere che anche per luglio avrebbero perso il sussidio. Panico. Ma se in poche ore si è chiarito che la rata di luglio era salva, da giovedì scorso è alta tensione in tutte le città.

Le sedi territoriali dell’Inps sono state prese d’assalto per avere spiegazioni e gli assistenti sociali non sono messi meglio: la nuova procedura rimanda infatti agli assistenti sociali per verificare la sussistenza dei requisiti che potrebbero consentire all’Inps di riattivare il sussidio. Da Napoli è partito il grido d’allarme. In una nota congiunta inviata a De Luca, all’assessore regionale Lucia Fortina, al presidente dell’Anci e ai 5 prefetti, gli assistenti sociali lamentano la «gravità della situazione in cui saranno coinvolti gli uffici di servizio sociale di tutti i Comuni e ambiti territoriali della Regione Campania» ed evidenziano il rischio di «azioni di aggressione agli assistenti sociali». Tutta colpa, è il pensiero del presidente degli assistenti sociali della Campania, Gilda Panico, di una mancata individuazione di «adeguate linee guida».

Anche il presidente della Regione Campania ha convenuto su questo punto, e piano piano ai livelli più alti si sono resi conto che qualcosa non va. Sono, infatti, in corso contatti tra l’Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito.

Nell’attesa che si trovi una soluzione, sui territori la tensione è alta. Napoli è sorvegliata speciale. Qui, tra capoluogo e provincia, si sono registrate 21500 sospensione del Rdc. Un numero che non ha uguali in nessuna altra parte d’Italia. La provincia di Roma segue infatti con un’altra cifra considerevole, ma pari a 12.225 comunicazioni di stop, mentre in quella di Palermo ne sono arrivate finora 11.573. Campania, Sicilia e Lazio sono del resto le Regioni in cui è stato finora più alto il numero di attuali percettori del beneficio.

Stamattina Potere al Popolo ha chiamato a raccolta diversi percettori del Reddito per una manifestazione dinanzi alla sede dell’Inps a Napoli. «Da agosto, 169 mila famiglie saranno più ricattabili e costrette ad accettare qualunque offerta di lavoro arrivi, anche quelle sottopagate, perché si ritroveranno senza alcuna fonte di reddito – ha commentato Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo e membro del coordinamento nazionale di Unione Popolare -. Il governo Meloni fa la guerra ai poveri, ma intanto propone la pace fiscale per gli evasori e per le grandi imprese, che macinano profitti su profitti. È un Robin Hood al contrario: toglie ai poveri e dà ai ricchi, ad esempio GS-Carrefour ha potuto godere di uno sconto di 15 milioni di euro su una cifra che doveva restituire allo stato in virtù di una frode fiscale, grazie alle sanatorie della finanziaria di dicembre 2022». Esposti diversi striscioni: «Per loro vitalizi ed evasioni. Per noi schiavitù»; «La guerra tra i poveri la vincono i ricchi».

Dal Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca sono arrivate critiche e suggerimenti. Lo ‘sceriffo’, nell’analizzare la situazione, ha convenuto che ci sono state criticità create dal Governo, a cominciare dalla modalità di comunicazione della sospensione del Reddito che ha creato un «trauma sociale». «Si sapeva che ci sarebbe stata – ha osservato – questa scadenza, ma quando parliamo di famiglie, di persone, non possiamo usare l’algoritmo o l’sms, bisogna fare un lavoro di preparazione. Informare con un sms migliaia di persone che da agosto non avranno più un aiuto è un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare».

Il secondo errore per De Luca è stato scaricare ogni cosa sugli assistenti sociali non tenendo conto che «abbiamo una condizione dei Comuni che è da disperazione, a volte non c’è personale neanche per i servizi essenziali. Rischiamo quindi di orientare verso il nulla migliaia di persone». Quindi, che fare? «Ora dobbiamo lavorare in due direzioni: la solidarietà, innanzitutto, per la povera gente vera, e poi anche la trasparenza, provare a correggere anche alcune distorsioni registrate in questi anni, parlo di fenomeni speculativi, di parassitari che vanno cancellati. Ricordo però che questo intervento del Governo esclude dal taglio del reddito le famiglie che hanno minori a carico, persone sopra i 65 anni, disabili. Anche questa cosa andava preparata meglio, perché queste famiglie hanno avuto la sensazione di aver perduto tutto», ha concluso De Luca.

lunedì, 31 Luglio 2023 - 16:03
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