Musicista ucciso a Napoli, caccia al branco: altri indagati oltre al babykiller

Giovanbattista Cutolo (foto pubblicata dalla pagina Facebook della Nuova Orchestra Scarlatti)

Non è finita, sono possibili altri provvedimenti per l’omicidio del musicista a Napoli. Le indagini puntano al branco di piazza Municipio, per gli spari nella folle notte nel centro cittadino. Altre condotte, insieme a quelle del 16enne fermato ieri Squadra Mobile partenopea. Il minore dei Quartieri Spagnoli è accusato di omicidio aggravato, porto abusivo di arma da sparo e ricettazione.

Leggi anche / Musicista ucciso a Napoli per un parcheggio, c’è il fermo per il 16enne: ha confessato, tentò di uccidere in passato

«Non volevo uccidere nessuno, mi sono solo difeso quando ho visto l’altro ragazzo venire verso di me con tono minaccioso». Il ragazzo accusato per l’omicidio di Giovanbattista Cutolo si è difeso così nel corso del primo interrogatorio reso al pm Regine e agli investigatori della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Napoli). Domani ci sarà l’udienza di convalida presso la struttura dei Colli Aminei. Il minore, con precedenti per tentato omicidio, ha dato la sua versione su quanto accaduto due notti fa; una dinamica peraltro già parzialmente emersa dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

Difeso da Davide Piccirillo, il 16enne ha confermato che quella notte c’è stata una rissa fuori al locale di piazza Municipio, dove stazionavano due gruppi di ragazzi, quello del minore e l’altro di Cutolo e dei suoi amici. La lite, poi divenuta rissa, sarebbe iniziata – secondo l’indagato – tra un ragazzo, che conosceva la comitiva di Cutolo, e i suoi amici, e per motivi molto futili, come lo scooter del gruppo del minore urtato durante il parcheggio e una bustina di maionese che un amico del 16enne avrebbe svuotato addosso al giovane conoscente della comitiva del musicista. Il minore ha quindi riferito che il gruppo di Cutolo è intervenuto per difendere il ragazzo offeso, ne è nata una rissa, durante la quale «c’era chi si difendeva con le mani o i calci, chi ha lanciato uno sgabello o delle sedie». Il 16enne ha raccontato che ad un certo punto ha visto Cutolo muoversi verso di lui con fare minaccioso.

«Ho avuto timore che potesse succedermi qualcosa, mi sono fatto dare la pistola e ho sparato tre colpi, ma non per uccidere, anzi ho visto Cutolo che indietreggiava e credevo di avergli fatto paura. Non sapevo di averlo ucciso, quando l’ho scoperto sono rimasto choccato». Il 16enne ha indicato i nomi di altri compagni che erano con lui, tutti maggiorenni. Anche di colui che gli avrebbe passato l’arma, che risponde di concorso in omicidio, e di un altro amico, anch’egli indagato.

Il minore ha spiegato che l’arma non era sua, ma era del gruppo, nel senso lui e gli amici se la portavano dietro, per giocarci e per fare scena. Una versione che collima con la dinamica ricostruita dalla Polizia almeno per quanto concerne la rissa e gli spari da parte del 16enne, non su quella circa il tentativo di difendersi. Per la Squadra Mobile, Cutolo avrebbe cercato di proteggere l’amico chiedendo al gruppo del minore di smetterla. «Lasciateci in pace» avrebbe detto Cutolo». Per tutta risposta, gli avrebbero tirato addosso uno sgabello. Poi tre colpi di pistola, uno dei quali lo ha centrato alla parte bassa dell’addome

venerdì, 1 Settembre 2023 - 16:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA