Uccisa dall’ex in Sicilia, la bimba di 4 anni usata come ‘esca’ per l’incontro mortale. Le indagini: delitto pianificato


Era un omicidio programmato quello di Marisa Leo, la 39enne madre di una bimba di 4 anni ammazzata a Salemi, in Sicilia, dall’ex compagno. Le indagini svolte per ricostruire la dinamica dell’ennesimo femminicidio, con conseguente suicidio dell’assassino, hanno messo in evidenza la pianificazione del delitto.

Angelo Reina, nelle ultime settimane, aveva noleggiato un’auto e a bordo i poliziotti hanno trovato altri proiettili della stessa arma utilizzata per uccidere la Leo, così come scrive Repubblica. E’ stato lo stesso titolare dell’agenzia di noleggio a presentarsi davanti gli investigatori. Ma Reina aveva anche fatto pedinare l’ex compagna con un investigatore privato. L’uomo si è presentato spontaneamente in questura a Trapani.

Dalle indagini sembra inoltre che Reina abbia attirato in trappola Marisa usando la figlia come esca. La bimba era con lui da diversi giorni e Reina aveva dato appuntamento a Marisa per riconsegnarle la bambina. Ma in realtà aveva affidato la piccola alla nonna (materna) a Marsala e nell’azienda di famiglia, luogo dell’incontro, si è presentato da solo. Proprio per amore della piccola Marisa ha ritirato la denuncia che nel 2020 aveva sporto per stalking. A gennaio dello scorso anno, quando il processo era ormai agli sgoccioli, Marisa fece dietrofront e il giudice pronunciò una sentenza di ‘non luogo a procedere’ per remissione di querela. Marisa non voleva che il padre della sua bambina fosse un condannato, sperava di riuscire a ricomporre la sua vita e inseguiva il suo sogno d’amore. Angelo, con il quale prima dell’estate c’era stato un riavvicinamento poi nuovamente declinatosi in lontananza, le ha sparato con una calibro 22 non dandole scampo.

«Mia sorella sperava sempre di mantenere dei rapporti civili con il padre della bimba ‘per farla crescere bene’ diceva», spiega Mauro Leo. «Mia sorella si illudeva, ma nelle ultime settimane deve avere capito che la cosa non andava. Certo, le dicevamo di stare in guardia. Ma quello era sempre il papà della bimba. E peraltro si presentava sempre col sorriso. Anche davanti a me che, come Marisa, speravo, mi illudevo, senza potere immaginare cosa gli macinava in testa…», aggiunge.

Il 15 settembre ci sarà una manifestazione per le strade di Salemi: una marcia organizzata dai cittadini, associazioni locali, istituti scolastici e Comune. Il sindaco Domenico Venuti ha chiesto «ai dirigenti scolastici di avviare percorsi di formazione contro la violenza sulle donne negli istituti della città, già a partire da questo anno scolastico». A Marsala, su una delle pareti sotto l’arco di Porta Garibaldi, è stato realizzato un murale dall’artista Fabio Ingrassia, raffigura Marisa in giacca rossa che tiene in mano un cartello sul quale è scritto: “La mia essenza non è merce di scambio. Stop violenza!”. Sotto, appoggiate al muro, qualcuno ha lasciato tre rose rosse. «Sono fermamente convinto – scrive l’artista su Facebook – che l’arte cambierà il mondo, che con l’arte si può arrivare al cuore delle persone, anche le più dure. Per questo motivo ho deciso di donare gratuitamente il mio dipinto #Stopviolence perché possa arrivare a tutti. Basta andare sul mio sito e scaricare il file. Con la speranza che sia l’ultima volta che tutto questo accade».
La bimba, intanto, è a casa del fratello di Marisa, Mauro, e ancor non sa la verità. «Alla piccola ho detto che la mamma è fuori per lavoro. Una bugia, non vedrà mai più mia sorella”, ha raccontato il fratello della donna uccisa. «Io mi considero già padre e madre della mia nipotina. Non ho trovato le parole per dirle cos’è successo. È stato già faticoso trovarle per i miei genitori. Mia madre, 68 anni. Mio padre, 80. Entrambi col cuore a pezzi, incapaci di reagire, inebetiti dalla violenza che si è abbattuta su di noi», ha detto Mauro.

sabato, 9 Settembre 2023 - 20:05
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