Congresso Md, Santalucia (Anm): «Politica insofferente ad autonomia magistrati». Su Gratteri-avvocati: «Solo un incidente»

Il magistrato Giuseppe Santalucia
di Gianmaria Roberti

La tensione con la politica, quella più “locale” scoppiata a Napoli tra il neo procuratore Nicola Gratteri e i penalisti partenopei, l’annunciata riforma della separazione delle carriere (giudicante e requirente), e l’importanza dell’autonomia e della indipendenza della magistratura. Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, fa sentire la sua voce nella seconda giornata del Congresso di Magistratura democratica in corso a Napoli (ospitato nella Stazione marittima) e risponde alle domande di Giustizia News24 sui temi centrali dell’agenda politico-giudiziaria (intervista video in coda all’articolo).

Presidente Santalucia, Congresso nazionale di Md in un momento particolare perché si parla dell’ennesima incipiente riforma della magistratura e se ne è parlato molto nel corso della magistratura.
«Sulla riforma annunciata della separazione delle carriere, l’associazione nazionale magistrati si è espressa molte volte in maniera risolutamente critica. Ma non perché abbiamo da difendere posizioni di tutela, di privilegio nella unicità delle carriere. Sia ben chiaro che un magistrato una volta entrato in carriera può scegliere una volta soltanto il cambiamento della funzione. La separazione delle funzioni è netta, ma l’unicità delle carriere significa che sia la magistratura inquirente che quella giudicante sono disinteressate ai risultati del processo, e il disinteresse per il risultato è la garanzia della maggiore obiettività possibile che dobbiamo pretendere non solo dalla magistratura giudicante ma anche da chi esercita l’azione penale. Non esistono magistrature di scopo e di risultato. Questo vorremmo che i cittadini comprendessero fino in fondo se ci sarà un referendum sulla proposta di legge costituzionale».

Lei nel corso del suo intervento ha denunciato un clima di strisciante denigrazione nella magistratura da parte della politica?
«Più che denigrazione, c’è nella politica una insofferenza nei confronti di un potere che è indipendente, che vuole affermare la sua indipendenza e la sua autonomia. Le decisioni dei giudici che possono essere sbagliate ma che trovano il giudizio sulla loro correttezza all’interno del processo vengono viste come ostacolo impedimento, a volte anche malizioso, alle attuazioni dei programmi di Governo. Questo è un modo di rappresentare la magistratura assolutamente fuorviante e sbagliato che non può che gettare un’ombra sull’ordine giudiziario e sulle istituzioni. Bisogna ritornare a comprendersi e comprendere i ruoli reciproci nel pieno rispetto, noi della sovranità della politica e la politica della autonomia e della indipendenza dell’ordine giudiziario».

Per la magistratura non c’è solo il tradizionale rapporto di tensione con la politica, ma anche quello più fisiologico con l’avvocatura. Siamo a Napoli, lei ha certamente seguito il caso Gratteri e le polemiche con l’avvocatura…
«Credo che siano polemiche a margine, che si stempereranno da sole. ho molta fiducia nella capacità degli avvocati, dei magistrati, dei pubblici ministeri oggi guidati da Nicola Gratteri di coltivare, mantenere e rafforzare un dialogo che non può che essere la base per un proficuo lavoro sia dell’avvocatura che della magistratura».

Quanto accaduto con gli avvocati si può derubricare a incidente?
«Sì, secondo me è un piccolo incidente che sarà l’occasione perché si comprendano meglio».

domenica, 12 Novembre 2023 - 10:40
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