La Camera approva la legge che vieta di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare. Fnsi: «E’ un bavaglio»


Con 160 voti a favore la Camera dei deputati ha inserito nel ddl Delega Ue (“Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023”) un emendamento che, se approvato in via definitiva dal Senato, restringerà l’informazione sulle inchieste, da quelle relative ai fatti di mafia a quelle sulle condotte illecite di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica. L’emendamento è a firma di Enrico Costa, oggi Azione ma per lunghi anni in Forza Italia. A votare a favore, oltre ai partiti di governo, anche Azione, Italia Viva e Più Europa. I voti contrari sono stati 70: si sono espressi in tal senso Movimento 5Stelle, Partito democratico, Alleanza verdi e sinistra.

Dicono, i sostenitori dell’emendamento, che si tratta di una «norma di civiltà» che metterà fine alla «gogna mediatica». Ma è davvero così? La Federazione nazionale della stampa, seguita da altre sigle di categoria, parla invece di «bavaglio», di «provvedimento liberticida non solo nei confronti dell’articolo 21 della Costituzione, ma anche nei confronti delle libertà individuali». «È pericolosissimo che non si sappia se una persona viene arrestata o meno – commenta Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana – E non è pericoloso solo per la libertà di stampa, è pericoloso anche per lo stesso destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere».

Per l’Usigrai, il sindacato più rappresentativo dei giornalisti della Rai, «quella votata dal Parlamento» è «una svolta autoritaria che cancella il ruolo di garanzia che la libera stampa riveste a tutela di tutti i cittadini, anche di quelli privati della libertà». «Si tratta di un provvedimento per il quale dal momento dell’arresto fino al processo, e quindi per mesi, potremo conoscere solo le iniziali della persona finita in carcere e niente più – prosegue la nota -. Non sapremo di cosa è accusato e quali prove sono state trovate a suo carico e quindi se si tratta di una reclusione legittima o eccessiva».

Di qui l’appello di Fnsi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Chiediamo fin d’ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – conclude Costante – di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti». Domani, la Fnsi non sarà alla conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni e convocherà una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare.

mercoledì, 20 Dicembre 2023 - 19:26
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