Con la delibera 332 del 20 settembre 2022, diventata esecutiva oggi, è iniziata la vita da napoletano di Dries Mertens. Il giocatore belga che ha vestito per dodici stagioni la maglia azzurra è ufficialmente un cittadino onorario di Napoli.
Il nome del trequartista col vizio del gol tanto da segnarne, a Napoli, più di Maradona e Hamsik, entra quindi nell’albo d’oro della città di Partenope, arricchendo il prestigioso elenco dei napoletani ad honorem, tra i quali il Pibe de Oro e Faustinho Cané, Luciano Spalletti, Gokan Inler e Kalidou Koulibaly. Mertens ha firmato la pergamena e poi ha ribadito di essersi sempre sentito “un napoletano” e, proprio come un napoletano, ha ringraziato la mamma e il papà, piangendo, poi una lunga dedica alla moglie: «Quasi perfetta», ha detto.
Nel suo discorso Dries ha più volte pronunciato la parola “amore”, a definire il suo rapporto con la città che lo ha adottato. L’eclettico fuoriclasse del Galatasaray, esuberante in campo e nelle esultanze, è stato letteralmente investito dalla folla festante che ieri, insieme alla stampa delle grandi occasioni, ha risposto all’invito del sindaco Manfredi che, messa a parte la sua fede calcistica bianconera, ha fortemente voluto insignire il folletto coi gradi della napoletanità. E le parole del calciatore, come quelle del sindaco, sono state accompagnate da cori da stadio con tanto di lancio di Daniele “decibel” Bellini che ha richiamato il numero 14 inducendo la sala dei Baroni del Maschio Angioino a reagire come le curve del Maradona. A fare gli onori di casa la giornalista Anna Trieste che ha ripercorso la carriera calcistica del belga e le fasi di innamoramento reciproco tra lui e i napoletani. Mertens ha lei e poi il sindaco Gaetano Manfredi che gli ha reso «gratitudine e ammirazione».
Poi si è rivolto alla platea. «Cari amici miei napoletani, 12 anni fa sono venuto qui per giocare a calcio, ma oggi sono qui da uomo che si è innamorato di questa città – ha detto -. Diventare un cittadino napoletano è un veramente un grande onore. Considero speciali tutte le persone che hanno reso possibile questo sogno». Ma Mertens non sarebbe Mertens senza il suo stile irriverente, beffardo in campo e fuori come un inafferrabile folletto dispettoso. Così ha fatto impazzire le difese di tutta Italia e di mezza Europa.
E non si è smentito neanche mentre, dagli scranni della Sala dei Baroni, mentre rendeva la sua descrizione della città, dava anche una “tiratina d’orecchie” al sindaco. «Napoli è caotica e rumorosa, a volte un po’ sporca, sindaco, lo devo dire! – si è rivolto a Manfredi con tono tra lo scherzoso e il severo -, ma chi vede solo questo non ha mai conosciuto la vera città. Per me questo è il vero paradiso – una sinfonia che ha scatenato altri applausi -. Le piazze piene di vita, una città che diventa tutta azzurra per lo scudetto, gli spaghetti al pomodoro che da nessuna parte hanno questo sapore. E poi ci sono le persone: nella famiglia, negli amici, si vede la passione in ogni contesto, davvero qua basta poco essere felici. E poi c’è il mare. Appena tornato da Istanbul e la prima cosa che ho fatto è stata aprire la finestra. Questa città mi ha cambiato, dentro e fuori, e mi ha fatto capire cosa significa stare a casa, sentirsi a casa e ho dato a mio figlio il nome tipico napoletano perché portasse per sempre con sé questa storia».
venerdì, 6 Giugno 2025 - 19:58
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