Bonafede vittima sacrificale dello scontro tra Iv e M5s. Ma per Renzi non basta: via reddito di cittadinanza e sì al Mes

Alfonso Bonafede

Italia Viva e Movimento Cinque Stelle alla resa dei conti. Complice il tavolo di confronto convocato ieri nel Salone della Lupa a Palazzo Chigi e durato 12 ore (dalle 9 alle 21), lo scontro tra i due partiti è deflagrato: da un lato le richieste del partito di Renzi – rappresentato da Maria Elena Boschi e Davide Faraone – dall’altra i no dei pentastellati. Alla fine della lunghissima giornata di trattative, cui hanno preso parte tutti i partiti di maggioranza, Italia Viva e i ‘responsabili’, i risultati per il presidente della Camera Roberto Fico sono pochi. Non c’è il contratto di programma invocato da Renzi e soprattutto Pd, Cinque Stelle e responsabili fanno quadrato intorno al premier dimissionario Giuseppe Conte. Se Matteo Renzi chiede di firmare un accordo (scritto) e poi decidere il nome del presidente del Consiglio, subordinando dunque il Conte ter ai patti da lui dettati alle altre forze in campo, Pd e Movimento ribaltano il discorso e dicono: prima si concorda su Conte ancora premier, poi si parla di punti programmatici (ma senza contratto scritto). Il confronto più spinoso e aperto e sicuramente quello tra renziani e grillini. Tre, in estrema sintesi, i punti di disaccordo tra i due schieramenti: giustizia, reddito di cittadinanza, Mes. E, peraltro a sorpresa, solo sulla giustizia potrebbe esserci un punto di incontro.

Giustizia
Italia Viva è tornata a chiedere, durante il tavolo di confronto, un cambio di passo che, tradotto, significa mandare via Alfonso Bonafede dal ministero della Giustizia. L’ostilità di Renzi verso il Guardasigilli è risaputa: Bonafede del resto è servito al senatore fiorentino per fungere da trappola sulla strada di Conte quando ha minacciato di non votarne la relazione sulla giustizia lo scorso 27 gennaio, mandando sotto il Governo. Alla fine Conte si è dimesso prima, e l’affaire Bonafede è diventato capitolo delle divergenze per il Conte ter. Stando alle ricostruzioni giornalistiche, però, non ci sarebbe totale chiusura da parte dello stesso Conte (e dei grillini) a sacrificare l’avvocato siciliano, magari addolcendogli la pillola con un altro ministero, quello degli Esteri che oggi è di Di Maio.

Reddito di cittadinanza
Italia Viva propone di ridimensionare il reddito di cittadinanza, perché sa che i grillini non lo cancellerebbero mai. In particolare propongono di ricondurlo nell’alveo del reddito di inserimento che fu varato quando era Renzi al Governo, così esautorando l’Inps e trasformandolo in assistenza da parte dei servizi sociali comunali. Per lo stesso motivo, ovvero distruggere uno dei baluardi del M5s, Renzi chiede la testa di Mimmo Parisi, capo dell’Anpal e manager chiamato dai grillini proprio per gestire il RdC, e di Pasquale Tricarico (presidente dell’Inps).  

Mes
In sintesi: Italia Viva vuole il Mes, i Cinque Stelle no. Iv vorrebbe che l’Italia prendesse almeno in parte il prestito da 36 miliardi per la sanità. Il no dei grillini appare però inscalfibile.

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martedì, 2 Febbraio 2021 - 09:54
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