Tangenti per aggiustare cinque sentenze nella giustizia amministrativa: 4 arresti Guai per 3 giudici, in pensione o sospesi

Tribunale Giustizia

Sentenze pilotate, nuova bufera nel mondo della giustizia amministrativa. Stamattina sono stati eseguiti tre arresti e numerose perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta su un giro di corruzione da decine di migliaia di euro legato a sentenze pilotate tra Roma e Messina. Agli arresti domiciliari sono finiti il giudice del Consiglio di Stato, Nicola Russo, già coinvolto in altre analoghe vicende e per questo sospeso un anno fa dal servizio; l’ex presidente del Consiglio della giustizia amministrativa siciliana Raffaele de Lipsis; l’ex giudice della Corte dei Conti Luigi Pietro Maria Caruso. Risulta al momento irreperibile il deputato dell’Assemblea della Regione Sicilia Giuseppe Gennuso, che si troverebbe all’estero. Le ordinanze di custodia cautelare sono state spiccate dal giudice per le indagini preliminari Daniela Caramico D’Auria del Tribunale di Roma; l’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Stefano Rocco Fava e condotta dalla Guardia di Finanza.

L’inchiesta ha acceso i riflettori su 5 sentenze che, secondo la procura della Repubblica di Roma, sarebbero state pilotate. L’insieme delle tangenti erogate per intervenire sui verdetti sarebbero stato di 150mila euro. Tre delle sentenze sono legate al Consiglio di Stato e due al Consiglio della giustizia amministrativa siciliana. A Nicola Russo sono contestati tre episodi. Russo avrebbe ottenuto 80 mila euro, e altri 65 mila gliene sarebbero stati promessi, per pilotare tre sentenze di altrettanti procedimenti a favore degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore che avrebbero agito nell’interesse dei propri assistiti. Per quanto riguarda De Lipsis avrebbe ottenuto tangenti per 80 mila euro per intervenire su alcune sentenze. Tra queste anche quella relativa ad un contenzioso che la società Open Land, rappresentata da Amara, aveva con il comune di Siracusa. De Lipsis, attraverso la nomina di consulenti graditi ad Amara e Calafiore, fa ottenere alla società un risarcimento dal comune siciliano di 24 milioni euro. Di questi ne verranno elargiti due prima dell’esplosione del caso giudiziario. Per questa operazione De Lipsis ha ottenuto 50 mila euro di tangenti. Infine l’ex presidente del Cga è intervenuto, in qualità di presidente del collegio, nella vicenda relativa al ricorso presentato da Giuseppe Gennuso dopo la sua mancata elezione alle amministrative del 2012. Il tribunale amministrativo annullo’ quel risultato elettorale di Siracusa favorendo Gennuso che venne rieletto alla nuova tornata. In cambio il giudice ha ottenuto 30 mila euro. Denaro che Gennuso consegno’ attraverso l’ex giudice della Corte di Conti, Luigi Pietro Maria Caruso.

Proprio l’avvocato Piero Amara ha reso dichiarazioni che hanno consentito alla procura della Capitale di ricostruire il giro di affari. Pietro Amara fu arrestato insieme al suo socio Giuseppe Calafiore nel febbraio del 2018 scorso nell’ambito in uno dei filoni dell’inchiesta.
Sono ancora in corso accertamenti sull’avvocato Stefano Vinti, che secondo Amara avrebbe svolto un ruolo di mediatore: Vinti, questa mattina, ha subito una perquisizione. Il suo nome spunta in una vecchia intercettazione nell’ambito del caso Consip, finita agli atti dell’indagine, tra Alfredo Romeo e Italo Bocchino, in cui i due parlando dell’avvocato affermano che «comprava cause a blocchi».

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giovedì, 7 Febbraio 2019 - 16:18
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