Primarie Pd, il risveglio del ‘popolo rosso’ Nella città di Castellammare di Stabia:
al seggio anche Gianfelice Imparato

Un momento delle operazioni di voto di domenica a Castellammare di Stabia
di Daniele Di Martino

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Sono le 21 di domenica e una giovane donna si fionda nella sezione del Pd. «Sono qui per votare, sto venendo da Napoli». Peccato per l’orario, non voterà mai. Ma ha voluto esserci. Da Napoli a Castellammare per esercitare il proprio diritto di crederci ancora. Un popolo che non si arrende ancora, quello democratico. O meglio una sinistra che rinasce, perché il voto schiacciante in favore di Zingaretti significa proprio questo. Dopo anni si sono rivisti storici esponenti del Pci varcare la soglia dei circoli. Nella sezione di Castellammare, ad esempio, dove sono appena 80 gli iscritti del Partito Democratico, al voto ci vanno in oltre 1.400. Numeri che lasciano a bocca aperta anche chi ci ha creduto dal primo momento.

E’ il caso di Costantino Aitra, storico dirigente del Pd stabiese e provinciale, che ha tenuto a battesimo la rinascita dei dem nella Castellammare dove a farla da padrone è il centrodestra, con tanto di salviniani al seguito. Quella vecchia roccaforte comunista, questa volta, ha reagito eccome. Nonostante le indagini che vedono indagati pezzi del Pd, stabiese e provinciale, nel filone dell’inchiesta Olimpo. Ma la grande partecipazione significa soltanto una cosa: il popolo della sinistra vuole riprendersi la sezione di Corso Vittorio Emanuele, storica sede del Pci, comprata con il sudore degli operai Cmi e Fincantieri, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Quella soglia l’hanno varcata gente del calibro di Enrico Berlinguer, oppure Giorgio Napolitano. Antonio Bassolino ne ricorda i confronti fiume, perché il Partito Comunista si rifugiava a Castellammare – dove invece le percentuali erano sempre al di sopra della media – dopo le brucianti sconfitte elettorali. Ora il risveglio di un popolo è testimoniato anche da presenze eccellenti. A votare per Zingaretti ci ha pensato anche Gianfelice Imparato, uno dei protagonisti dei Bastardi di Pizzofalcone, ma soprattutto l’erede di Luca De Filippo e ora alla guida della sua compagnia teatrale. L’attore molto apprezzato in tutta Italia da tempo non varcava la soglia di Corso Vittorio Emanuele. Anzi, nelle ultime tornate elettorali si è sempre schierato più a sinistra del Pd, candidandosi anche al consiglio comunale. Non è l’unica presenza di prestigio. Al voto si è rifatto vivo anche il pittore Antonio Gargiulo, autore molto stimato e colui che ha donato una delle sue opere più importanti proprio all’allora Partito Comunista, poi confluito in Pds, Ds e Partito Democratico. Qualche anno fa lanciò il suo appello per salvare la sua opera conservata nel salone della sede di Corso Vittorio Emanuele 57, perché c’era il rischio di mettere in vendita l’appartamento comprato dagli operai stabiesi e quindi anche il quadro che occupa tutta la parete. E poi via via tutti i vecchi dirigenti del Pci in fila per votare, chiaramente Zingaretti, colui che può rimettere insieme il centrosinistra. A Castellammare sempre si è rivisto Tonino Di Martino, storico esponente della sinistra stabiese ed ex assessore delle giunte di sinistra, uno dei riferimenti di Giorgio Napolitano nella città stabiese.

Ritorna a votare per il Pd anche Andrea Di Martino, il candidato sindaco delle civiche che a giugno scorso ha rischiato di vincere le elezioni dopo lo strappo con il Partito Democratico. L’unico assente è l’ex sindaco Nicola Cuomo, il nipote di Antonio Gava, che per la prima volta diserta un appuntamento elettorale del Pd. Voci di corridoio lo danno verso la Nuova Dc. E con uno zio che porta di cognome Gava non poteva essere altrimenti. D’altronde adesso la sinistra si è ripresa il Pd e la fuga degli ex democristiani è appena iniziata.

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martedì, 5 Marzo 2019 - 14:08
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