L’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi a Genova del 14 agosto dello scorso, a causa del quale persero la vita 43 persone, si allarga. La procura della Repubblica di Genova ha deciso di andare a ritroso nel tempo perché i primi lavori di retrofitting sulla pila 11 del viadotto crollato risalgono agli anni ’90. Per questa ragione, per poter procedere a tutti gli accertamenti del caso, ha inviato un avviso di garanzia a tutte le persone che hanno avuto a che fare con quei lavori. Quaranta persone in tutto, tra dirigenti e tecnici di Autostrade per l’Italia, della controllata Spea Engineering e del Ministero delle Infrastrutture. Le ipotesi di reato contestate sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti. I nuovi indagati, alcuni dei quali sarebbero accusati anche di falso, si aggiungono alle 21 persone già iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Genova, oltre alle due società Autostrade per l’Italia e Spea Engineering.
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venerdì, 8 Marzo 2019 - 11:37
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