Primarie Pd, è di nuovo scandalo a Napoli Il video di Fanpage imbarazza il partito, sospesi gli elettori ritenuti responsabili


Ancora una volta Napoli imbarazza il Pd. E, ancora, una volta accade con le primarie. Un film già visto. Un film che domenica è stato interpretato da alcuni politici locali, i cui volti scorrono nelle immagini della video-inchiesta di ‘Fanpage’. In alcuni seggi gli elettori non iscritti al Pd hanno sì pagato i 2 euro, solo che il denaro era stato loro consegnato all’ingresso delle strutture dove si votava da persone che puntualmente provvedevano ad imbeccarle sulla preferenza da esprimere. In un seggio addirittura sono risultate due schede in più, e per nasconderle si è deciso di strapparne due. Le immagini riprese da Fanpage sono chiare e non lasciano spazio all’interpretazione. Certo, non è possibile parlare tecnicamente di brogli perché le primarie sono una sorta di voto ‘privato’, finalizzato alla nome di una carica interna ad un partito. Ma la figuraccia resta. E stavolta è stata tale che all’interno del Pd si è deciso di agire in maniera più dura di quanto non sia stato fatto in passato.

Gli elettori delle primarie del Pd che si sono «resi protagonisti di irregolarità» sono stati sospesi dalla commissione di garanzia. Lo ha comunicato la segreteria metropolitana del Pd di Napoli annunciando che è stata attivata «l’istruttoria per l’adozione di ulteriori provvedimenti». «Abbiamo, inoltre, consultato un legale al fine di tutelare in ogni sede l’immagine della comunità politica del Partito Democratico per i comportamenti assunti da tutti i soggetti che si sono resi protagonisti di irregolarità durante lo svolgimento delle primarie», si legge in una nota. La vicenda è stata segnalata da un’inchiesta giornalistica della testata Fanpage. «La straordinaria giornata di partecipazione che ha visto coinvolti 56.000 cittadini di Napoli e provincia e 2.000 volontari non può e non deve essere macchiata dai comportamenti irregolari di singoli soggetti, che noi con forza condanniamo», prosegue la nota.

«Nello specifico, abbiamo chiesto alla Commissione nazionale per il Congresso di valutare ogni decisione nel merito delle gravi irregolarità emerse anche ipotizzando l’annullamento del voto presso i seggi incriminati; alla Commissione provinciale di Garanzia, invece, di attivare con somma urgenza tutti i provvedimenti regolamentari a carico dei soggetti coinvolti iscritti al Partito Democratico», prosegue ancora la nota.

Dunque, stavolta, sembra che il Pd voglia fare sul serio ad eliminare le zone d’ombra che già sporcarono altre competizioni: nel 2011 l’immagine dei cinesi in fila ai ‘seggi’ è rimasta emblematica; nel 2016 furono distribuite monetine fuori ai seggi; nel 2017 fu la volta degli immigrati in coda per votare.

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giovedì, 7 Marzo 2019 - 01:08
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