Operai del Napoletano morti sul lavoro, c’è l’accusa di omicidio colposo: indaga sull’incidente la procura di Milano

La tragedia nel comune milanese di Pieve Emanuele

Il fascicolo di inchiesta è stato già aperto: in calce c’è l’accusa di duplice omicidio colposo. La procura di Milano disporrà nelle prossime ore l’autopsia sui corpi di Salvatore Borriello e di Salvatore Palumbo, i due operai residenti in provincia di Napoli (il primo era di Ercolano e il secondo di Torre del Greco) morti sul lavoro in un comune della periferia sud di Milano, Pieve Emanuele.

Borriello e Palumbo si trovavano qui perché la ditta per la quale lavoravano, la Cefi di Casoria, aveva preso un subappalto da ‘Rfi’ (Rete ferroviaria italiana): l’incarico era quello di realizzare una birreria di metallo nella stazione di Pieve Emanuele al fine di evitare pericolosi attraversamenti pedonali sui binari. Già nel 2017, infatti, un pendolare che aveva attraversato incautamente la ferrovia era rimasto ucciso.

Durante i lavori la la strada i metallo che una gru – guidata da un terzo operaio – stava spostando ha colpito i due lavoratori, uccidendone uno sul loro mentre il secondo è deceduto in ospedale. Compito della procura della Repubblica di Milano sarà quello di capire se la morte di Borriello e Palumbo è stato provocato da un errore umano oppure no. In vista dell’autopsia, ad ogni modo, la procura dovrà obbligatoriamente iscrivere persone nel registro degli indagati, questo al fine di consentire loro di poter nominare un proprio perito durante l’autopsia, che è un atto tecnico irripetibile.

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giovedì, 4 Aprile 2019 - 11:29
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