Patto tra tre clan per l’omicidio Autuori, eseguito un sesto arresto: in carcere esponente del clan Mallardo

Bossolo

Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Antonio Tesone, considerato esponente di spicco del clan Mallardo, per l’omicidio di Aldo Autuori, ammazzato a Pontecagnano Faiano la sera del 25 agosto del 2015.

Dopo una prima bocciatura da parte del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno cui era stata avanzata richiesta di arresto, la Direzione distrettuale antimafia salernitana è riuscita a spuntarla ottenendo il mandato di cattura che è stato notificato nella giornata di ieri dai carabinieri di Battipaglia. Cinquantuno anni, Tesone –  detenuto in regime di arresti domiciliari un altro reato – è finito in prigione con l’accusa di essere uno dei due esecutori materiali del delitto che fu voluto dai vertici dei Pecoraro-Renna attivi nella Piana del Sele e che vide la partecipazione di altri due clan della camorra, i Mallardo di Giugliano e i Cesarano di Pompei. Procura e carabinieri hanno collocato Tesone sul luogo dell’agguato attraverso l’incrocio dei dati e dei tabulati telefonici. Del commando, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbe fatto parte anche Gennaro Trambarulo, che però resta ancora indagato a piede libero. Sono invece già detenuti per questo delitto il ras Francesco Mallardo (classe 1951), il ras Luigi Di Martino detto ‘o profeta (ai vertici del clan Cesarano), Francesco Mogavero ed Enrico Bisogni (entrambi del clan Pecoraro-Renna) e Stefano Cecere (legato ai Mallardo): tutti sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a fine aprile.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a volere la morte di Autuori furono Mogavero e Bisogni: una volta uscito di prigione Autuori aveva iniziato a gestire in proprio una serie di attività illecite nel settore dei trasporti agendo nel territorio di influenza dei Pecoraro-Renna e per tale ragione il clan decise di eliminarlo. Per l’esecuzione del delitto, Mogavero e Bisogni si sarebbero però rivolti a Luigi Di Martino ‘o profeta, questo in ragione del legame di ‘amicizia’ che da sempre unisce i Pecoraro-Renna alla cosca dei Cesarano di cui Di Martino è stato un esponente di vertice. A sua volta Di Martino avrebbe chiesto al boss Mallardo di mettere a disposizione i killer per eseguite il delitto. Per la procura i killer designati furono Trambarulo e Tesone, mentre Cecere avrebbe fatto da intermediario tra Mallardo e Di Martino.

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sabato, 18 Maggio 2019 - 13:57
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