Era il 16 marzo del 2014 quando tre persone entrarono in una banca di Ostia per mettere a segno una rapina. Gianluca Igliozzi, che sarebbe dovuto essere agli arresti domiciliari, rimase ucciso durante il colpo cui aveva preso parte. Lo raggiunse uno dei proiettili esplosi dalla guardia giurata che era in servizio, Stefano Salmoni.
A distanza di cinque anni da quel raid, Salmoni è stato condannato per omicidio colposo con eccesso colposo di legittima difesa. I giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Roma hanno condannato la guardia giurata a due anni di reclusione. I giudici hanno riqualificato il reato per il quale la guardia giurata era imputata: la guardia giurata era a processo per omicidio volontario. I giudici hanno anche disposto che Salmoni risarcisca i familiari della vittima. Si attendono adesso le motivazioni della sentenza. All’esito della requisitoria la procura aveva chiesto l’assoluzione, assoluzione che era stata invocata anche dall’avvocato Luigi Guarnieri, che assiste Salmoni.
Tortuoso l’iter giudiziario che ha riguardato Salmoni: nei suoi confronti, infatti, in un primo momento era stata chiesta l’archiviazione; il gip però dispose l’imputazione coatta per una nuova udienza preliminare nella quale il giudice, nonostante la richiesta di non luogo a procedere da parte della procura, dispose il rinvio a giudizio per omicidio volontario. Era il 14 maggio 2014 quando Igliozzi, casco in testa e armato di pistola, entrò nell’istituto bancario insieme con due complici. Mentre uno dei tre rapinatori s’impegnò a tenere chiuso nel gabbiotto Salmoni, puntandogli l’arma contro, un altro scavalcò il bancone e si fece consegnare 14 mila euro. Poi, la fuga e gli spari della guardia giurata, dopo che non aveva sortito alcun effetto l’intimazione dell’alt. Uno dei sette colpi esplosi raggiunse un braccio del malvivente e penetrò nel torace, provocandone la morte; a nulla valse il trasporto all’ospedale di Ostia.
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lunedì, 25 Novembre 2019 - 16:10
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