La notizia era nell’aria e nelle ultime ore si è fatta più insistente. Il Governo di Giuseppe Conte starebbe per perdere un ‘pezzo’ perché il ministro per l’Istruzione e la Ricerca Lorenzo Fioramonti (Movimento Cinque Stelle) sarebbe intenzionato a dimettersi. E non solo. Secondo fonti di Palazzo Chigi avrebbe pure espresso l’intenzione di formare un gruppo autonomo.
Ieri pomeriggio il ministro ha comunque votato sì alla legge di bilancio, paventando comunque tra le persone del suo staff l’idea di abbandonare sebbene potrebbe ripensarci in extremis. Ma il muro tra il titolare del dicastero dedicato alla scuola e il Governo sembra troppo alto ed è costituito da quei 3 miliardi di euro che Fioramonti aveva chiesto a copertura per istruzione e ricerca e che non sono arrivati.
Un dissenso che si estende al suo stesso partito, che sarebbe intenzionato a lasciare fondando un gruppo autonomo seppure filogovernativo che funga da ‘laboratorio’ per un soggetto politico del tutto nuovo a cui aderirebbero (sono sempre indiscrezioni) tra gli altri Nunzio Angiola, Gianluca Rospi, Andrea Cecconi (già ex pentastellato): una pattuglia di almeno dieci parlamentari. Un nuovo caso interno al partito di Luigi Di Maio, già alle prese con la fronda di Gianluigi Paragone ed un’altra decina di pentastellati pronti a seguirlo sull’Aventino (sempre con un gruppo autonomo filogovernativo). Per il Governo, invece, l’eventuale addio di Fioramonti aprirebbe una ‘casella’ da coprire nell’ambito della verifica di gennaio.
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martedì, 24 Dicembre 2019 - 08:54
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