Pantani, un giallo lungo 16 anni: il pusher di Portici in Commissione parlamentare antimafia, «Marco è stato ucciso»


E’ una storia che probabilmente non vedrà mai calare il sipario. La morte del ciclista Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio del 2004, è ancora oggi oggetto di punti di domanda, di dubbi. Ed ancora oggi è oggetto di verifica da parte della Commissione parlamentare antimafia, nonostante l’inchiesta che al tempo fu aperta dalla procura della Repubblica di Rimini si è chiusa nel novembre del 2017 con un’archiviazione confermata dalla Cassazione.

Questa mattina dinanzi alla Commissione è comparso Fabio Miradossa, il pusher di Portici (in provincia di Napoli) che cinque giorni prima della tragedia fornì la droga a Marco Pantani. Miradossa aveva stretto un consolidato rapporto col ‘Pirata’, che era piombato in una spirale di depressione e droga. E proprio alla luce della conoscenza con Pantani, Miradossa ha spiegato di non credere alla tesi del suicidio. «Marco l’ho conosciuto poco prima che morisse, di certo non mi è sembrato una persona che si voleva uccidere. Marco è stato ucciso. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato. Qualcosa stava facendo per arrivare alla verità, questa è però una mia convinzione», ha spiegato Miradossa rispondendo al senatore Giovanni Endrizzi (M5S).

Miradossa ha fatto sapere anche che il grande ciclista era in possesso di 20 mila euro in contanti «che non sono mai stati trovati, lo so perché me li doveva portare. Poi ci sono dei prelievi fatti, io quei soldi però non li ho avuti e non sono stati trovati in camera. L’ho sempre detto al Pm, ‘cercate i soldi’, ma non sono mai stato creduto. Ho dovuto patteggiare, hanno creduto che i soldi li avessi presi io. Sono stato accusato di spaccio e omicidio colposo». E proprio sul quantitativo di droga procurato a Pantani, Miradossa ha precisato che era «impossibile che Pantani morisse con la quantità di droga che gli ho fornito». Inoltre Miradossa ha aggiunto che «per mia esperienza se Marco ha ricevuto la cocaina alle 6 dell’11 febbraio, alle 10 di sera era già finita». Come dire: la cocaina incriminata è arrivata da un’altra parte. Gran parte del verbale di Miradossa è stato secretato.

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martedì, 7 Gennaio 2020 - 16:31
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