Coronavirus, l’emergenza ‘invisibile’ dei marittimi di Torre del Greco ed Ercolano: «Navi ferme e noi senza lavoro»

ciro raiola marittimi
Ciro Raiola (Associazione Marittimi per il Futuro)
di Bianca Bianco

Eccoli gli ‘invisibili’ dell’emergenza Coronavirus: i marittimi, i lavoratori del mare che in questi giorni restano a terra perché le navi sono ancorate nei porti, il trasporto è fermo, la categoria è schiacciata dal peso economico della pandemia. Solo nel comprensorio di Torre del Greco, in cui rientrano anche Ercolano e Portici, sono in ventimila ed in questi primi tre mesi del 2020 hanno dovuto affrontare più battaglie.

Prima quella, burocratica, dei certificati medici per le indennità di malattia; poi quella del Covid-19, che alle incertezze economiche aggiunge la comprensibile paura per un mestiere a rischio. Una delle vittime campane del virus era proprio un marittimo di Torre del Greco e i lavoratori non nascondono i loro timori perché mancano, dicono, i dispositivi di sicurezza più elementari. Come le mascherine ed i guanti.

Ciro Raiola è di Torre del Greco ed è il fondatore dell’associazione ‘Marittimi per il futuro’. Non nasconde la profonda crisi che serpeggia nella sua categoria e chiede interventi decisi del Governo, aiuti a chi oggi non può imbarcarsi e resta disoccupato e senza garanzie: «Purtroppo – dichiara Raiola – anche se di noi nessuno parla, siamo quelli tra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus. Le navi si stanno a poco a poco fermando tutte, i trasporti sono limitati e i marittimi restano a terra e senza lavoro». Questo significa poter eventualmente contare sulla disoccupazione, ma mancano altre garanzie: «C’è grande confusione. Non sappiamo se nel nuovo decreto ‘Cura Italia’ sono previste risorse anche per il nostro sostentamento e chiediamo un intervento del Fondo nazionale di solidarietà del settore marittimo».

Accanto alla questione economica, esiste quella burocratica legata ai certificati medici per le indennità di malattia: faccenda kafkiana pare risolta oggi, sebbene manchi l’ufficialità, e che era diventata nelle ultime settimane di ancora più urgente soluzione vista la pandemia in corso. In base ad un decreto del 2019, il certificato per ottenere le indennità di malattia doveva essere rilasciato dai medici di famiglia che però, appellandosi al Contratto nazionale di Lavoro, ritenevano non fosse loro competenza. Questa impasse rendeva impossibile ottenere le indennità dall’Inps. «Grazie alla nostra battaglia – dice Raiola- oggi ci è stato detto che l’Inps di Castellammare e Torre del Greco accetteranno dai marittimi iscritti al ‘turno generale i certificati rilasciati dai medici curanti». Una vittoria che dovrà essere confermata dalle istituzioni competenti, ma che comunque non alleggerisce i problemi dei marittimi. Perché in mare, dicono, i rischi di contagio sono tanti.

I lavoratori imbarcati, che si trovano su navi che veleggiano su mari italiani o all’estero, vivono una situazione di promiscuità (non tutte le navi sono navi crociere) e convivono coi timori del contagio: «I marittimi – dice Raiola – lavorano senza mascherine e senza guanti, questi dispositivi di sicurezza alla maggior parte dei lavoratori non vengono dati. E così oltre al danno delle navi ferme, ecco la beffa del non avere sicurezza. Del resto noi ci siamo abituati, siamo invisibili».

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martedì, 17 Marzo 2020 - 16:28
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