Boscotrecase, morti sospette e blitz del Nas al Covid hospital: indagano i pm. Casillo (Pd) minimizza: realtà enfatizzata

(Foto Kontrolab)
di Roberta Miele

Eppur si muove. Un’indicazione segnaletica, una mascherina in più, l’arrivo di quattro sanitari tedeschi: all’ospedale Sant’Anna e Santissima Madonna della Neve di Boscotrecase (in provincia di Napoli), dopo dieci giorni di appelli e denunce da parte del personale sanitario e un blitz dei carabinieri del nas, qualcosa si sta muovendo. «Un cane che si lecca le ferite»: è l’impressione di un medico interno alla struttura convertita in quattro e quattr’otto in Covid Hospital e finita al centro delle polemiche perché, secondo il personale sanitario, mandata allo sbaraglio contro l’emergenza Coronavirus. Così dall’annuncio della conversione a struttura per malattie infettive è scoppiato il caos: carenza di attrezzature mediche, ventilatori, dispositivi di sicurezza centellinati e, soprattutto, l’impreparazione di tutto il personale sanitario hanno portato il panico dentro e fuori il nosocomio. E poi ancora, cinque decessi tra gli undici pazienti in terapia intensiva. Una situazione finita al centro del mirino della procura di Torre Annunziata e del procuratore Pierpaolo Filippelli che mercoledì mattina ordinato una ispezione da parte dei militari del nucleo antisofisticazione all’interno della struttura.La tensione resta alta e le carenze restano. I percorsi separati ‘sporco-pulito’ ancora non ci sono. Una condizione diversa da quella del Loreto Mare, prima ristrutturato e poi utilizzato. Il personale sanitario dell’ospedale napoletano, inoltre, «è stato prima ‘addestrato’ al trattamento di degenti con malattie infettive, qui invece hanno attrezzato prima i malati».

Dopo giorni di polemiche la dirigenza getta acqua sul fuoco. La scelta di convertire il Sant’Anna, come già dichiarato dal direttore generale dell’Asl Napoli3Sud Gennaro Sosto subito dopo la decisione, «è stata dettata da precise valutazioni tecniche». In seguito al polverone a Sosto hanno fatto eco il direttore sanitario Gaetano D’Onofrio e il capogruppo regionale Pd Mario Casillo. Il primo ha spiegato che la struttura di via Lenze è il nosocomio «più moderno di questa Asl. È l’ospedale in cui la struttura organizzativa e i percorsi sono i più idonei», la difficoltà è stata adattarlo. E d’altronde, il Sant’Anna è sempre stato un ospedale generalista, non ha mai avuto né il reparto di rianimazione né quello di pneumologia o di infettivologia. Né tantomeno il personale sanitario è stato preparato al rispetto dei protocolli per la particolare patologia. Per Casillo, che ha ammesso «alcune problematiche nella fase iniziale», «la situazione è diversa da quella emersa sulla stampa che ha riportato notizie in parte vere ma enfatizzate». Allarmato dalle notizie che si sono susseguite nei giorni precedenti, il capogruppo dem è andato personalmente a verificare le condizioni della struttura. Insieme a lui anche i sindaci di Boscotrecase, Pietro Carotenuto, e di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione.

E proprio quest’ultimo che martedì 24 ha scritto una nota congiunta con i consiglieri comunali al presidente della Regione Vincenzo De Luca: «È altrettanto doveroso e quanto mai necessario – si legge nella missiva – segnalarvi le criticità emerse per la carenza di personale specializzato e della inidoneità organizzativa della struttura da un punto di vista logistico. Le nostre non vogliono certo essere righe di contrasto e di polemica, ma solo di richiesta di constatazione dei fatti e delle verità alla luce di tutto ciò che ci perviene in termini di segnalazione dai nostri concittadini e dalle loro esperienze quotidiane. In primis, è chiaro che non eravamo affatto preparati a ricevere le notizie delle morti che in soli due giorni si sono verificate presso l’ospedale di Boscotrecase. Ma ciò che più ha rabbrividito i nostri animi di cittadini e amministratori – conclude il primo cittadino – è stato comprendere che probabilmente il nosocomio non era preparato alla gestione di tali eventi».

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sabato, 28 Marzo 2020 - 19:17
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