Un drone atterra nell’area detentiva di un carcere e all’interno gli agenti della polizia penitenziaria scoprono sei cellulari. Non è la trama di un thriller ma quanto denunciato dal sindacato Uspp. Il fatto è accaduto nel carcere di Secondigliano.
La sospensione dei colloqui nelle carceri a causa della pandemia ha evidentemente costretto parenti e amici dei detenuti ad aguzzare l’ingegno per fare consegne illegali ai loro congiunti in cella e adesso i cellulari fino alla trovata estrema: farli arrivare in volo.
Gli agenti dell’istituto di pena di Secondigliano, grazie ad una attività di intelligence, hanno sequestrato un drone con a bordo sei telefoni, atterrato nell’area detentiva. «Ci congratuliamo con i colleghi, – commenta Giuseppe Moretti, presidente dell’Uspp – e continuiamo a sostenere che la Polizia Penitenziaria deve essere dotata di strumenti tecnologici avanzati per contrastare questa grave piaga. Inoltre chiediamo di introdurre un reato che punisca l’introduzione e il possesso di telefoni, così come avviene in alcuni Paesi Ue».
Nelle carceri il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha distribuito 1500 telefoni cellulari e ne ha autorizzato l’uso più volte al giorno per ovviare alla sospensione dei colloqui con le famiglie.
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martedì, 28 Aprile 2020 - 10:50
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