Morto Alfredo Biondi, ex ministro della Giustizia con Berlusconi. Firmò il decreto che bloccò gli arresti per Mani Pulite

alfredo biondi
Alfredo Biondi

Questa mattina è morto l’ex ministro Alfredo Biondi, storico leader del Partito liberale e poi diventato tra i fondatori di Forza Italia. Lunedì avrebbe compiuto 92 anni.

Biondi era nato a Pisa ed era diventato parlamentare per la prima volta nel 1968, eletto tra le fila del Partito liberale. Fu poi rieletto nel 1979 e riconfermato senza soluzione di continuità dall’ottava alla quattordicesima legislatura, dal 1994 (con Forza Italia). Dal 2006 al 2008 l’ultima presenza in Parlamento, stavolta però in Senato.Vicepresidente della Camera, era stato ministro della Giustizia del primo governo Berlusconi.

A Montecitorio per quattro legislature ricoprì l’incarico di vicepresidente dell’Assemblea: dal 1987 al 1994, e poi dal 1996 al 2006. Ministro delle Politiche comunitarie nel quinto governo Fanfani (1982-83) e dell’Ambiente nel primo esecutivo Craxi (1983-85), fu nominato ministro della Giustizia nel primo gabinetto presieduto da Silvio Berlusconi.

Al centro di furiose polemiche per il decreto legge che prese il suo nome e che, ricordò proprio il leader di Fi un paio d anni fa, “riportava un minimo di civiltà giuridica contro lo scandalo dell’abuso della carcerazione preventiva, usata come mezzo di ricerca della prova, e che fu fatto cadere dalla ribellione da una campagna mediatico-giudiziaria a supporto della ribellione di alcuni magistrati, purtroppo supportata da certi nostri alleati di governo”.

Avvocato, allievo della scuola forense pisana di Francesco Carnelutti, politicamente si iscrisse al Partito liberale, di cui fu segretario tra il 1985 e il 1986, diventandone poi presidente. Quindi, con la fine dei partiti del pentapartito, fondò con Raffaele Costa l’Unione di centro, prima dell’approdo a Forza Italia, di cui divenne presidente del Consiglio nazionale nel 2004.

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mercoledì, 24 Giugno 2020 - 11:20
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