Effetto Covid, le famiglie italiane rinunciano all’avvocato per pagare affitti, bollette e medico: non accadeva dal 2007


Per la prima volta dal 2007 le famiglie italiane spendono più per gli alimenti che per i servizi, e questo è un effetto della quarantena. A dirlo è l’Ufficio Studi di Confcommercio che ha effettuato uno studio sui consumi dei nuclei familiari italiani dal 1995 ad oggi. Nel 2020 in particolare nel 2020 si è registrata «una compressione delle spese libere e un aumento di quelle obbligate», ovvero affitti, bollette e cure mediche, che salgono al 44% complessivo.

«L’emergenza Covid ha riportato i consumi ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni. Inoltre, ci preoccupa l’aumento delle spese obbligate delle famiglie – come affitti, bollette, assicurazioni – che erodono quasi il 44% dei consumi totali» ha spiegato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull”analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione. «Se non si interviene con decisione tagliando le tasse perderemo definitivamente la possibilità di agganciare la ripresa economica».

Tra le spese obbligate di una famiglia italiana, in aumento negli ultimi anni, ci sono anche quelle legate alla mobilità, come l’assicurazione della macchina, il carburante o la manutenzione del mezzo di trasporto. Spese in servizi finanziari e cure mediche completano il quadro delle voci di spesa obbligata di una famiglia italiana. Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio la crisi dei primi mesi di quest’anno ha costretto le famiglie a dover impegnare quasi la metà del proprio reddito a quelle spese in cui non si ha la possibilità di scelta, a scapito dei consumi determinati dai gusti e dai desideri individuali.  Inoltre, per la prima volta dal 2007 – segnala lo studio di Confcommercio – le famiglie sono costrette a rinunciare alle spese in servizi come la lezione di un professore, l’assistenza di un legale o di un dottore commercialista per poter acquistare beni. In particolare, sono aumentate spese in generi alimentari o nei prodotti della comunicazione, utili sia per le esigenze lavorative che per il mantenimento dei rapporti sociali.

Mercati scarsamente liberalizzati o comunque regimi economici regolamentati, viene sottolineato, hanno portato ad un aumento dei prezzi relativi alle spese obbligate, drenando risorse per quei consumi, determinati dalle scelte individuali. Neanche la bassa inflazione degli ultimi anni è riuscita ad invertire le spese delle famiglie. Per migliore il benessere economico della popolazione è necessario, secondo Confcommercio, rafforzare il processo di liberalizzazione dei mercati di beni e servizi.

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mercoledì, 19 Agosto 2020 - 12:06
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