Camorra, la guerra tra clan per l’egemonia sull’rea flegrea: 16 arresti dei carabinieri. Ricostruito un omicidio del 2015

Carabinieri

Hanno fatto luce anche su alcuni episodi di sangue legati a contrasti tra clan le indagini della direzione distrettuale antimafia che questa mattina hanno portato all’arresto di 16 persone nell’ambito di un’operazione contro il clan Giannelli. In particolare, gli inquirenti hanno ricostruito un primo episodio, risalente al 22 aprile del 2015, ovvero l’omicidio di Rodolfo Zico che sarebbe stato ucciso con lo scopo di dare un segnale di egemonia del clan Giannelli nella zona di Bagnoli. Zinco fu ucciso con tre colpi, due dei quali sparati alla testa, e morì durante la corsa in ospedale. Scarcerato nel 2013, era ritenuto dagli investigatori vicino al clan D’Ausilio, rivale dei Giannelli, e la sua uccisione sarebbe proprio da ricondurre alla faida tra i due sodalizi.

Un secondo episodio riguarda invece il tentato omicidio di Alessandro Giannelli e Roberto Pinto, riconducibile sempre alle controversie sorte per il controllo del traffico di droga in contrapposizione con la famiglia facente capo a Agostino Monti. Tentativo cui i Giannelli avrebbero poi risposto esplodendo colpi di kalashnikov contro alcune abitazioni riconducibili a Monti.  

 Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli nel Napoletano, a Caserta e Forlì sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei 16 indagati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, omicidio, tentato omicidio, estorsione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, porto e uso illegale d’armi da fuoco ed altro.

Le indagini hanno consentito anche di ricostruire la piena operatività del clan Giannelli, operante nella città di Napoli (nelle aree urbane di Cavalleggeri d’Aosta, Coroglio, Agnano e Bagnoli), nel settore delle estorsioni e del narcotraffico e la conflittualità con il gruppo Esposito – Nappi – Bitonto, attivo nel medesimo contesto territoriale. In particolare, le investigazioni, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno permesso di ricostruire come tali organizzazioni camorristiche rientrino nella sfera d’influenza e di controllo del clan Licciardi, famiglia aderente allo storico cartello della criminalità organizzata denominato Alleanza di Secondigliano.

Dall’ordinanza cautelare emerge in particolare la dura contrapposizione tra organizzazioni camorristiche per l’acquisizione del controllo dei lucrosi mercati criminali esistenti nell’Area Flegrea, costituiti dalle estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti, dalla vendita di sostanze stupefacenti e da una vera e propria gestione “mafiosa” dei parcheggi abusivi su suolo pubblico sulle aree urbane di via Cavalleggeri D’Aosta, via Coroglio, Bagnoli e Agnano, in prossimità dei locali notturni insistenti sull’area Flegrea, secondo una precisa distribuzione di ruoli riservata agli associati, che provvedevano sia al controllo del regolare svolgimento delle mansioni dei parcheggiatori abusivi, da svolgersi secondo le precise indicazioni del clan; sia al controllo del territorio con la conseguente preclusione dell’intromissione nella zona a qualunque estraneo intendesse coltivare la medesima illecita attività; sia alla retribuzione dei parcheggiatori abusivi, consistente in un corrispettivo in denaro fisso, giornaliero o settimanale, od anche nel pagamento di una percentuale sull’incasso (pari a 1500-2000 euro a parcheggio nelle serate di maggiore affluenza); sia, infine, ad introitare interamente i proventi incassati dagli utenti della strada dai parcheggiatori abusivi, destinati ad essere riversati nelle casse del clan.

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mercoledì, 18 Novembre 2020 - 08:58
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