Alla fine in Calabria arriva Emergency. Insorge il presidente Spirlì: «Non siamo l’Afghanistan». Resta il rebus commissario

Un'immagine dalla pagina Facebook di Emergency

Alla fine nella Sanità calabrese per anni sotto le bombe dello spreco, del malgoverno e della ‘ndrangheta, arriverà Emergency. Gino Strada, padre dell’associazione umanitaria che si occupa di curare sul posto le vittime dei conflitti, proverà a curare la più grave vittima della cattiva amministrazione all’italiana, quella Sanità calabrese schiacciata da un debito così grande da essere difficile da quantificare: pare che l’ultima ricognizione debitoria, scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera di oggi, risalga al 2008.

E’ stato lo stesso chirurgo che ha fondato Emergency con la moglie Teresa Sarti nel 1994 a ufficializzare una notizia nell’aria da giorni: «Oggi pomeriggio – ha affidato alle agenzie – abbiamo definito un accordo di collaborazione tra Emergency e Protezione civile per contribuire concretamente a rispondere all’emergenza sanitaria in Calabria. Inizieremo domani mattina a lavorare a un progetto da far partire al più presto».

Strada aveva a più riprese sottolineato, nei giorni scorsi, di avere avuto contatti con il Governo ma nessuna proposta formale. Non si è mai tirato indietro, ma allo stesso tempo ha chiesto giustamente certezze. Certezze che il Governo infine ha dato, messo alle strette in particolare dal Movimento Cinque Stelle che sul nome del medico milanese si era spinto a porre un aut-aut.

A Emergency spetterà un ruolo operativo, ovvero la gestione degli ospedali da campo, il supporto nei Covid hotel e nei triage degli ospedali, tutto in sinergia con la Protezione civile. «Considerando l’evoluzione della situazione epidemiologica in atto – dice il Dipartimento – si è ritenuto che l’associazione Emergency possa contribuire a rispondere ad urgenti esigenze di assistenza socio-sanitaria alla popolazione».

Gino Strada non sarà commissario alla Sanità, come da qualcuno chiesto a gran voce. Resta dunque da sciogliere il nodo su questa nomina dopo giorni di vero e proprio pandemonio. Tre i commissari dimissionati in 10 giorni: Saverio Cotticelli, Giuseppe Zuccatelli, Eugenio Gaudio (qui raccontiamo le loro vicende), ora si fa il nome, rilanciato da diverse testate online, di un ex ufficiale della Guardia di Finanza, Federico Maurizio D’Andrea, molto vicino a Gherardo Colombo. Un ultimo determinante tassello per restituire dignità alla sanità calabrese travolta da una vicenda parossistica per la quale il premier Giuseppe Conte ha chiesto scusa ai calabresi «per i passi falsi fatti».

Scuse a parte, resta ora da far ripartire il piano anti epidemico della Regione che con la governatrice Jole Santelli aveva quanto meno ritrovato, in tempi di grande emergenza, una guida di polso. Ora toccherà ad un altro commissario e a Emergency recuperare il tempo perso, ma non con la benedizione di tutti. Basta leggere le dichiarazioni del governatore pro tempore, il leghista Nino Spirlì, che durante la trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’ su Radio 24 ha sbottato: «Non arriva la nomina di Strada perché dovranno passare sul mio corpo per fare le nomine, non abbiamo più bisogno di commissari. Se arriva Strada ne prendiamo atto, dopo il tris facciamo poker. La Calabria non è l’Afghanistan, è una regione dell’Italia e come tutte le altre regioni ha il diritto di governarsi come si governano tutte le altre. Non abbiamo bisogno di missionari di nessun tipo». Non proprio un bel messaggio di benvenuto.

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mercoledì, 18 Novembre 2020 - 07:54
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