Napoli, falso dossier sui festini gay in parrocchia per screditare 2 preti: carabiniere condannato

Tribunale

C’è una prima condanna nell’ambito dello scandalo, montato ad arte, che travolse la chiesa Santa degli Angeli di Pizzofalcone a Napoli e costrinse don Mario D’Orlando ad andare via. Il giudice per le indagini preliminari Caputo della 24esima sezione penale del Tribunale partenopeo ha condannato un carabiniere per avere partecipato alla realizzazione di un falso dossier su party a luci rosse tra sacerdoti e giovani ragazzi che scosse un’intera comunità: Ciro Muti, militare dell’Arma, ha rimediato un anno e sei mei per accesso abusivo nel sistema informatico del Ministero dell’interno, vale a dire gli Archivi di polizia Sdi, e calunnia; la condanna è arrivata all’esito del giudizio abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. Nel procedimento erano costituiti parte civile don Mario D’Orlando, assistito dall’avvocato Raffaele Chiummariello, e don Giovanni Varriale (che all’epoca era nella diocesi di Pozzuoli), assistito dall’avvocato Roberto Rapalo.  

L’accusa contestata al carabiniere era in concorso con don Alessandro Grimaldi, che all’epoca era nella diocesi di Benevento, il quale ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio nell’ottobre dello scorso anno. La sua posizione è al vaglio da parte della prima sezione penale del Tribunale di Napoli (presidente Francesco Pellecchia).

Tutto cominciò nel 2017 con una lettera anonima inviata al vescovo ausiliario Lucio Lemmo nella quale si faceva riferimento a condotte scabrose tenute nella chiesa Santa degli Angeli di Pizzofalcone e nella quale si puntava l’indice contro don Mario. Il prete venne sospeso e la procura aprì un fascicolo di inchiesta per provare a fare chiarezza sui contenuti di quella ‘denuncia’. Ci vollero diversi mesi per capire cosa sia accaduto e la storia ricostruita dagli inquirenti mise a nudo una verità assai intricata: non solo Don Mario D’Orlando non s’era mai macchiato di alcuna delle accuse mosse nella lettera, ma si venne anche a scoprire che quelle accuse (false) furono volutamente costruite per screditarlo. Di più: la persona che provò a distruggere la reputazione di don Mario, secondo la procura,  fu un altro prete, don Alessandro Grimaldi, che all’epoca era nella diocesi di Benevento. 

venerdì, 27 Novembre 2020 - 17:34
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