Asl Napoli 1, il Viminale: «No allo scioglimento per camorra ma restano criticità». Insorgono Lega e Cinque Stelle

Luciana Lamorgese (tecnico)

Non sussistono «elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti e indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare» con l’Azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro: il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ‘boccia’ la richiesta di scioglimento per infiltrazioni. La titolare del Viminale ha adottato il decreto, emanato in forza dell’articolo 143 del decreto legislativo numero 267 del 2000, con cui ha concluso il procedimento avviato nei confronti dell’Asl Napoli 1 Centro in quanto, allo stato, mancano i presupposti per uno scioglimento.

«Sono state, comunque, al momento individuate dai competenti uffici del Ministero dell’Interno, e rappresentate al Prefetto di Napoli – si legge nella nota del Viminale –  alcune aree di intervento nelle quali sono emerse situazioni di irregolarità amministrativa che hanno determinato evidenti disfunzioni nell’organizzazione e nella gestione delle attività di competenza della predetta azienda sanitaria, con particolare riguardo ai servizi forniti dal presidio ospedaliero San Giovanni Bosco». «Nel quadro della leale collaborazione istituzionale tra Stato e Regione – conclude –  è stato, dunque, invitato il prefetto di Napoli a segnalare alla Regione Campania le criticità riscontrate».

Si conclude così l’istruttoria avviata dal ministero dell’Interno e corroborata dal lavoro degli ispettori ministeriali sull’azienda sanitaria da tempo oggetto di ‘attenzioni’ politiche e, come si è visto, non solo. Attenzioni che, per quanto riguarda gli ispettori del Ministero, hanno riguardato in particolare due punti: presunte ingerenze del clan Lo Russo in appalti e servizi per diversi ospedali di Napoli e quella del clan Bosti-Contini al San Giovanni Bosco. Ingerenze risalenti a prima del 2015, anno in cui si è insediata la prima giunta guidata da Vincenzo de Luca.

Sulla vicenda è intervenuta la capogruppo regionale del Movimento Cinque Stelle in Regione Valeria Ciarambino: «Non ci sarebbero correlazioni con la criminalità organizzata, sebbene siano tuttora in corso indagini della Procura Antimafia su un presunto controllo del San Giovanni Bosco da parte dei clan di zona – sostiene- ma vengono comunque rilevate irregolarità amministrative nella gestione della Asl Napoli 1 che andrebbero a compromettere la garanzia del diritto alla salute. È grave quanto emerge dalla nota del Viminale in riferimento alla relazione della Commissione d’accesso, da noi chiesta e ottenuta un anno fa dopo un’interlocuzione con il presidente del Consiglio. Ed è preoccupante che, sebbene non ci siano i presupposti per procedere allo scioglimento per camorra, il ministro Lamorgese chiami in causa il prefetto di Napoli per chiedere a De Luca di adottare provvedimenti che consentano di ripristinare la legalità negli ospedali gestiti dai manager di sua nomina».  

«Resta singolare – conclude- che, accertate le gravi lacune rilevate dalla commissione d’accesso nell’organizzazione della più grande Asl del Paese, si sia attesi ben sei mesi, arrivando addirittura all’ultimo giorno utile, per prendere una decisione che riguarda il destino e la salute di tantissimi cittadini, soprattutto in un momento di grave emergenza pandemica come quello che stiamo vivendo».

«La decisione del ministro Lamorgese di non procedere allo scioglimento per camorra dell’Asl Napoli 1 – commenta Severino Nappi, consigliere regionale della Lega –  ci lascia perplessi. Siamo in attesa di conoscere la relazione del Prefetto e le motivazioni con cui il Viminale ha ritenuto di non procedere in questa direzione, come richiesto dallo stesso Prefetto. Il mancato scioglimento – aggiunge – non cambia la gravità della situazione: le mafie in Campania sono fortemente radicate. È necessario continuare a tenere alta l’attenzione».

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venerdì, 18 Dicembre 2020 - 08:33
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