Luca, morto come George Floyd in Uruguay. La famiglia cerca la verità: «Siamo stati abbandonati da Di Maio»

Uno screen del video sugli ultimi tragici momenti di Luca Ventre. Il video è stato pubblicato in esclusiva da Fanpage

C’è una storia raccontata sinora molto poco ma che è deflagrata in queste ore tra le mani del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il ministro viene tirato in ballo dalla famiglia di Luca Ventre, l’italiano di 35 anni originario di Senise (Potenza) che sarebbe rimasto ucciso dopo avere scavalcato il muro di cinta dell’ambasciata italiana a Montevideo, capitale dell’Uruguay, ed essere stato bloccato da una guardia. Era il primo gennaio, a quasi un mese da quella tragica notte non si è fatta ancora chiarezza sul decesso ma un video diffuso dalla famiglia in cui si mostra Luca tenuto fermo dalla guardia giurata e immobile per 15 minuti, ha svelato i dettagli atroci della sua fine. Dopo avere scavalcato il muro, dalle immagini si vede Luca che viene bloccato dal vigilante e fatto posizionare a terra. Non oppone resistenza, il poliziotto tiene il suo braccio intorno al collo mentre un’altra guardia lo tiene fermo. Dopo 15 minuti, Luca muore. Una morte che ricorda quella di George Floyd che ha scatenato l’ondata ‘Black lives matter’ negli Stati Uniti.

Sul caso di Luca, però, e sulla sua morte che merita quantomeno la verità, non si è aperto alcun confronto. Anzi, la notizia è passata sotto silenzio e sono stati i familiari a lanciare i propri appelli. «Luca Ventre è stato ammazzato strangolato nell’ambasciata italiana di Montevideo da parte di un poliziotto uruguayano presente in ambasciata l’1 gennaio alle ore 7.15 ora di Montevideo (le 11.15 in Italia) – ha scritto il fratello Fabrizio –  Oltre alla terrificante morte, il teatrino disgustoso inscenato dalla polizia per farlo sembrare vivo all’arrivo in Ospedale con la complicità dei paramedici e il silenzio e l’assenza totale dello Stato Italiano. A 18 giorni dalla sua morte, non una telefonata, non una informativa della procura, non un messaggio del ministero o di qualunque componente dello Stato Italiano. Abbiamo i video di tutte le scene, gli interrogatori, i referti autopsici e tutte le prove raccolte dalle indagini effettuate dai nostri avvocati. Ho visto, rivisto e rivisto 100 volte ogni foto e video della morte di Luca. Abbiamo analizzato ogni filmato in tutte le modalità che la tecnologia permette.  Avremo giustizia. Inizia una lunga lunga battaglia».

A seguire la ricostruzione della polizia di Montevideo è la stessa ambasciata che in una nota ha precisato come Luca «si è arrampicato per scavalcare il recinto dell’Ambasciata e si è poi diretto verso gli Uffici. Dopo l’arresto il connazionale è stato trasportato al Hospital de Clinicas dove purtroppo risulta sia successivamente deceduto».Ricostruzione osteggiata dalla famiglia, che tira in ballo anche la Farnesia, rea di avere silenziato il caso e di avere abbandonato i genitori di Luca che cercano disperatamente di avere risposte. La Farnesina al momento si è fatta sentire con una nota, proprio dopo le sollecitazioni dei Ventre: «L’Ambasciata a Montevideo – si legge in una nota – si è attivata sin dalle prime ore successive alla tragica vicenda, oltre che per assistere le autorità uruguaiane nella loro attività di indagine, recandosi in ospedale e mettendosi in contatto con il padre del connazionale. Con quest’ultimo i funzionari dell’Ambasciata sono rimasti in continuo contatto, prestando ogni possibile assistenza. Su indicazione del Ministro Di Maio, l’Ambasciata a Montevideo continua a seguire il caso con la massima attenzione ed è in costante contatto con le autorità uruguaiane, affinché alla vicenda venga assicurata massima priorità e possa essere fatta piena luce quanto prima su questo tragico evento. Anche la Vice Ministra Del Re ha indirizzato personalmente una lettera ai familiari del connazionale, assicurando la piena assistenza della Farnesina e auspicando che sia fatta al più presto giustizia sul caso».

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lunedì, 25 Gennaio 2021 - 09:23
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