Condotto nel «palazzo della buonanima» e costretto a inginocchiarsi davanti all’altarino del babuyboss Emanuele Sibillo, morto ammazzato nella faida scoppiato tra il suo gruppo criminale e quello dei Buonerba. E’ quanto accaduto a un commerciante finito sotto estorsione da parte dei Sibillo.
L’episodio è stato svelato dall’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dai carabinieri che questa mattina è sfociata nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 21 persone: a vario titolo sono contestati i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose.
Contestualmente agli arresti, si è proceduto alla rimozione dell’altarino dedicato a Emanuele Sibillo. L’edicola votiva si trova in vico Santi Filippo e Giacomo dove risiedono i familiari del ragazzo deceduto. All’interno della cappella, eretta in memoria di ‘ES17’ come era noto Sibillo, è stata rinvenuta anche un’urna cineraria nella quale erano conservati i resti del giovane oltre a un busto raffigurante il ragazzo e un quadro della Madonna. L’operazione di rimozione è stata condotta dai carabinieri e dai vigili del fuoco. I parenti di Sibillo hanno fatto resistenza, sostenendo che l’area, all’interno del cortile di un palazzo, fosse proprietà privata. Una volta tornata la calma, l’urna con le ceneri è stata riconsegnata alla famiglia.
mercoledì, 28 Aprile 2021 - 11:06
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