Ciclone Schlein sul Pd campano, De Luca spera nella tregua con Bonaccini. Manfredi lavora al ‘modello Napoli’ per la Regione

di Giorgio Pari

L’effetto Schlein in Campania può essere una valanga sul deluchismo, a partire dai sogni di un terzo mandato del governatore. Negli ultimi giorni è febbrile l’opera diplomatica, per ricucire tra il fronte De Luca – al congresso schierato ventre a terra per lo sconfitto Bonaccini – e quello uscito vincitore dai gazebo. Il solco potrebbe ridursi con l’accordo tra la neo segretaria e il rivale sconfitto, destinato alla presidenza del partito. Un’intesa per scongiurare l’ennesima implosione nel Pd, mentre sulla galassia moderata soffiano venti di scissione, e le sirene del Terzo Polo ammiccano incessanti.

Nel day after delle primarie, in Campania, era parsa traballare l’investitura unitaria di Rosetta D’Amelio, come segretario regionale. Una candidatura unica – indicata da De Luca ma col benestare di tutti i capibastone locali -, che attendeva solo la ratifica del congresso campano, ancora da celebrare. La tregua nazionale, però, potrebbe rilanciare l’ex presidente del consiglio regionale, e consegnarle la guida del Pd della Campania.

Sui fragili equilibri, però, si abbattono come sassi le parole di Sandro Rutolo, ex inviato d’assalto di Michele Santoro, oggi incendiario coordinatore regionale della mozione Schlein. «Mi sono iscritto al Pd – annuncia il cronista -. La procedura online è semplicissima e mi sono emozionato, perché nei miei ultimi 43 anni di vita da giornalista professionista, l’unica tessera che avevo in tasca era quella dell’Anpi. Dopo essermi impegnato nelle primarie come portavoce campano della mozione Schlein, dopo l’elezione di Elly a segretaria, coerentemente mi sono iscritto al nuovo Pd. C’è aria di cambiamento anche nella nostra Regione dove bisogna mettere alle spalle il partito delle tessere gonfiate e dei pacchetti di voti. La politica deve tornare ad essere impegno e passione».

A tessere la sua tela, intanto, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Da sempre punto di equilibrio tra Pd e 5 Stelle, potrebbe cogliere i frutti della svolta, con l’avvicinamento del Nazareno a Conte. Nei giorni scorsi ha incontrato sia Roberto Fico, suo antico sponsor, che il deputato Marco Sarracino, prossimo a entrare nella segretaria nazionale del Pd. Manfredi può recitare il ruolo di avanguardia, nel campo largo a trazione pentastellata, formula ostile a De Luca. Il reset nel centrosinistra, tra i vari effetti, potrebbe mettere l’ex rettore in pole per la Regione. Un’ambizione mai troppo nascosta, per Manfredi, quella di imporre “il modello Napoli” a Santa Lucia. Di certo, le urne delle primarie hanno aumentato la distanza – già non marginale – tra gli inquilini di Comune e Regione. «Il M5S – avverte Fico in un’intervista al Fatto – è chiaramente contrario a un terzo mandato per De Luca: gli abbiamo sempre fatto opposizione. Se il Pd vuole esportare il modello Napoli in Regione serve chiarezza su questo».

sabato, 11 Marzo 2023 - 13:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA