Omicidio Cutolo, il Consiglio si incendia: Maresca chiede le dimissioni di De Iesu, Guangi accusa chi governa in città | Punto

Il luogo dell'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli (foto Kontrolab)
di Laura Nazzari

C’è Catello Maresca che chiede le dimissioni dell’assessore alla Sicurezza De Iesu e lamenta l’assenza di iniziative da parte della politica locale in grado di favorire quel «risorgimento di cui si parla troppo spesso» ma che alla fine si riduce a un giro «di chiacchiere».

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C’è Salvatore Guangi che si guarda intorno e denuncia la presenza in aula di sole 12 persone, quando invece «il dibattito meritava la presenza di tutti i consiglieri». Questo è sintomo di «disinteresse» e, allora, tanto vale «andare tutti a casa».

E poi c’è Flavia Sorrentino che richiama l’amministrazione nell’offrire opportunità concrete ai giovani che corrono lungo il viale della devianza e non solo. «Non basta dire restate, bisogna dire restate perché queste sono le opportunità», incalza.

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Il giorno dopo i funerali di Giovanbattista Cutolo, il 24enne ucciso a colpi di pistola da un 17enne per uno scooter parcheggiato male, il dibattito sulla sicurezza e sulla devianza minorile irrompe nella seduta di Consiglio comunale. Catello Maresca, consigliere di opposizione e magistrato con esperienza in procura antimafia a Napoli, va subito all’attacco chiedendo le dimissioni di De Iesu e sollecitando una serie di iniziative, tra le quali l’invito a Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista, a essere presente in Consiglio. «Lei è stato un grande questore, un grande poliziotto, ma anche lei in due anni è stato incapace di sollecitare una reazione solida per questa città – dice Maresca rivolgendosi a De Iesu – Ecco perché chiedo le sue dimissioni». Richiesta alla quale, poche ore dopo, si assocerà in una nota stampa Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia.

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L’atto d’accusa di Maresca va, però, oltre De Iesu. Il magistrato ne ha anche per i consiglieri, per l’amministrazione: «Oggi mi aspettavo una folla di interventi sulla sicurezza proveniente dalla maggioranza. Mi aspettavo che ciascuno dal canto suo ci dicesse quali sono le idee, le proposte, le cose da fare…. Invece… Invece continuiamo nella nostra routine quotidiana a dire ‘Tanto non si può fare niente’, che Napoli è tragicamente segnata nel suo destino. Ma io non ci sto”. Maresca, dunque, inanella una serie di proposte: «Immaginiamo di sederci a un tavolo permanente, perché le questioni si risolvono così, non ce la dobbiamo aspettare dal cielo. Invitiamo in Consiglio Daniela Di Maggio, o il Consiglio comunale pensa di non dover far niente? E poi è compito del Comune fare un’anagrafe del disagio sociale, dei ragazzi a rischio ma prima ancora di genitori pericolosi». In conclusione per Maresca bisogna «rimboccarsi le maniche per creare questo risorgimento che tanto si sbandiera e poi viene riempito di tante chiacchiere».

Alza la voce Salvatore Guangi, consigliere comunale di Forza Italia, che rifiuta la chiamata in causa dell’arcivescovo don Mimmo Battaglia («Io non mi sento responsabile» per la morte di Cutolo) e punta l’indice, in modo deciso, contro l’amministrazione comunale. «La voce dell’amministrazione che oggi più che mai doveva risuonare alta in aula non c’è stata», dice. Un’amministrazione ritenuta da Guangi silente, ferma rispetto ai problemi della città. «Porto avanti battaglie girando come una trottola in periferia, portando istanze al prefetto, al Comune. Caro vescovo, io non mi sento responsabile perché sono 12 anni che mi batto, che lo faccio, che cerco di cambiare le cose. C’è una periferia che muore, che non viene rispettata. Non c’è presenza dello Stato. Da anni dichiariamo questa cosa, ma c’è totale assenza, un non voler ascoltare», accusa Guangi. «Oggi è successo qui in città, nel centro di Napoli, ma domani ce lo ritroviamo nell’area est, ovest, dove volete voi. Bisogna fare qualcosa, iniziamo a convocare tavoli permanenti. La città ha bisogno di questo».

Invoca un «comitato di ordine civile» il consigliere di opposizione Antonio Bassolino. E invoca un intervento immediato. «Quello che è successo in piazza Municipio (l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, ndr) è persino più grave perché è successo sotto casa nostra. Piazza Municipio è casa nostra, è la sede del Comune, quello che è accaduto è accaduto sotto il nostro naso. E’ il caso di avere a breve scadenza un consiglio comunale con relazione del sindaco e più interventi per decidere quali strumenti ci dobbiamo dare oltre il comitato per l’ordine pubblico. C’è bisogno di un comitato che riguardi l’ordine civile della città, e l’ordine civile tocca anzitutto a noi».

Flavia Sorrentino di Napoli Solidale, infine, invoca iniziative in grado di dare opportunità e offrire così ai giovane un motivo concreto per restare. «Ho incontrato due ragazzi che avevano fatto un percorso di devianza e poi hanno trovato la retta via, perché qualcuno li ha aiutati. Quei ragazzi sono una testimonianza ma se li lasciamo soli abbiamo commesso un delitto. La vicinanza delle istituzioni è fondamentale, non prendiamoci in giro. Questa sfida la dobbiamo abbracciare tutti, non ci sono colori politici dinanzi al diritto di una terra di essere rispettata e di vedere i propri figli crescere e lavorare». L’obiettivo per Sorrentino deve essere evitare la «desertificazione umana» rilevata da Svimez, secondo la quale «762mila unità sono andate via dal mezzogiorno, e il 10% viene dalla provincia di Napoli». «Questa terra sta perdendo risorse. Se non combattiamo tutti insieme questa parte, l’anno prossimo Svimez ci dirà che sono andate via altre migliaia di ragazzi e allora questa terra non resta a nessuno. Questo non è più tempo delle chiacchiere. Quei tre colpi di pistola esplosi contro Cutolo – conclude – sono un rintocco alla coscienza e siamo chiamati a rispondere ciascuno di noi».

giovedì, 7 Settembre 2023 - 16:13
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