Congresso Md, La Russa cita Livatino per dialogare su riforma. Musolino: «Rispetto il giudice, ma parole incongrue» | Video

di Giorgio Pari

Sorpresa: al congresso nazionale di Magistratura democratica a Napoli, Ignazio La Russa è l’unica figura istituzionale a rispondere all’appello. E le toghe di sinistra ricambiano secondo il galateo, riservando applausi dalla platea. «L’accoglienza degli organizzatori – dice il presidente del Senato – mi ha riempito di orgoglio e mi ha fatto sentire apprezzato e desiderato». E di rimando la presidente di Magistratura democratica, Cinzia Barillà: «Abbiamo apprezzato la disponibilità del presidente La Russa che ha accolto di buon grado il nostro invito, e il suo invito al dialogo». Sorrisi e convenevoli però si fermano qui. Resta siderale la distanza sulla riforma della giustizia. Un solco evidente, nonostante La Russa si mostri – complice la grisaglia istituzionale – come il volto dialogante della destra.

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Richiamando il tema congressuale, sottolinea: «Tanto la Magistratura quanto Governo e Parlamento sono chiamati all’analisi nella ricerca di equilibrio tra la tutela dei diritti e delle libertà consolidate da un lato e il riconoscimento e tutela nuovi diritti e nuove libertà dall’altro». Parlando della riforma, evoca un martire della magistratura come Rosario Livatino, ucciso nel ‘90 in Sicilia dalla Stidda. Le parole del giudice ammazzato, di recente, le ha ricordate il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano. Incarnano il modello cui tende il governo.

«Il giudice Livatino – spiega La Russa -, diceva ‘il magistrato altro non è che un dipendente dello Stato al quale è affidato lo specialissimo compito di applicare le leggi, che quella società si dà attraverso le proprie Istituzioni, in un momento di squisita delicatezza del loro operare: il momento contenzioso. Per ciò stesso il magistrato non dovrebbe essere una realtà sul cui mutamento ci si debba interrogare: egli è un semplice riflesso della legge che è chiamato ad applicare”. È uno schema lontano dalle idee di Magistratura democratica. Per Md il magistrato – attraverso l’interpretazione della norma – contribuisce all’evoluzione del diritto, e non solo.

Anche qui però il presidente del Senato media: «Ebbene, io questa citazione la inquadro in un momento di minore tensione di dibattito rispetto ad oggi, forse oggi Livatino sarebbe più cauto o metterebbe dei puntini». Se infatti «è vero quel che dice Livatino, è anche vero che nel frattempo la società cambia ed è giusto che anche i magistrati si sforzino di interpretarla e capirla sempre, anche se nel momento del giudizio sono servi della legge, come lo siamo tutti e in primo luogo quelli che devono applicarla».

Subito dopo sul palco sale Stefano Musolino, segretario di Md. A La Russa dà atto di esprimere «saggezza» e «volontà di ascolto». Ma lo sforzo non basta a ricucire. «Siamo preoccupati – avverte il magistrato – assistiamo a un abuso della decretazione d’urgenza, non solo da parte di questo governo, è un fenomeno che viene da lontano, e siamo preoccupati da modelli di riforma che spingono verso modelli istituzionali che mettono in dubbio determinati equilibri costituzionali». Nemmeno l’esempio citato è calzante. «Ho grande rispetto per Rosario Livatino e la sua storia, ma – dice Musolino – quelle parole sono incongrue rispetto all’attuale modello di magistrato, che non è più chiamato soltanto a confrontarsi con i principi costituzionali, ma oggi è inserito in un contesto ordinamentale molto più vasto, che corrisponde al mondo sovranazionale, che talvolta ha un’applicazione diretta nel nostro ordinamento».

Sono gli echi del caso Apostolico, la giudice di Catania, che ha disapplicato le norme più restrittive in materia di immigrazione. «Quest’applicazione – ricorda il segretario di Md – è resistente a qualunque tentativo da parte del parlamento nazionale di voler restringere». Musolino ribadisce: “Abbiamo il diritto e il dovere di tutelare i diritti fondamentali protetti dalla Costituzione, ogni qualvolta una contingente maggioranza politica possa decidere invece di non farne corretto uso». A La Russa, seduto in prima fila, tocca incassare.

venerdì, 10 Novembre 2023 - 22:07
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