Il napoletano D’Amato si insedia alla guida della procura di Messina: lotta alla mafia, scoperture dell’organico e collaborazione

Il magistrato Antonio D'Amato

Si è insediato pochi giorni fa, alla guida della procura della Repubblica di Messina, il magistrato Antonio D’Amato. Un incarico arrivato il 7 febbraio, quando il plenum del Consiglio superiore della magistratura lo ha preferito per un voto a Rosa Raffa (15 preferenze a 14). Napoletano, D’Amato ha lavorato per buona parte della sua carriera in Campania e in modo particolare a Napoli: nell’ufficio giudiziario partenopeo è stato anche pm della Direzione distrettuale antimafia occupandosi prevalentemente dei Casalesi e della criminalità organizzata casertana.

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Dal 2015 al 2019 è stato procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere. Poi l’elezione come membro togato del Consiglio superiore della magistratura e, a mandato concluso, il rientro in Campania e l’incarico di procuratore aggiunto alla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Adesso la promozione a procuratore che lo proietta in una procura calata in un contesto non facile e con problemi di scoperture in pianta organica sui quali D’Amato, nel giorno dell’insediamento, ha subito messo l’accento: «I vuoti di organico caratterizzano questo ufficio giudiziario da parecchio tempo, mancano quattro unità. Un’altra collega è in procinto di partire, mi attiverò immediatamente presso tutti gli organi competenti dell’amministrazione centrale dello Stato per ottenere che in tempi ragionevoli che questa scopertura venga colmata», ha detto il procuratore D’Amato nel giorno dell’insediamento (28 febbraio).

«E’ la precondizione – ha aggiunto – per garantirsi un’efficace risposta alla domanda di giusitizia che proviene dai cittadini e dal territorio».

D’Amato ha poi indicato le linee guida della sua direzione: collaborazione e coordinamento, e la lotta alla mafia come priorità. «La lotta alla mafia – ha anche detto nel suo intervento durante la cerimonia di insediamento che si è tenuta nell’aula di Corte d’Assise del palazzo di giustizia di Messina – è una priorità ma accanto a questa ci sono tanti altri comportamenti penalmente rilevanti che scuotono la convivenza civile, come i fatti da codice rosso, la criminalità economica, la materia ambientale e la tutela della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro e tutto un complesso di attenzioni che la Procura della Repubblica deve avere per assolvere al proprio compito che è innanzitutto di esercitare il controllo di legalita’ sul territorio oltre che alla repressione dei reati».

Infine in vista dei lavori del ponte sullo Stretto ha ribadito la necessita di un adeguamento d’organico. «La prima cosa che chiederò al ministro sarà di adeguare la procura con i quattro sostituti che tra poco saranno cinque che mancano perché l’azione che si richiede agli uffici giudiziari, in particolare alla procura, non può essere efficace se la procura che conta 19 sostituti parte con un handicap di 5 unita cioè 14».

sabato, 2 Marzo 2024 - 09:55
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