I vitalizi non saranno tagliati, la delibera dei Cinque Stelle affossata nottetempo in Commissione. E scoppia la bagarre

maurizio paniz
Maurizio Paniz
di Bianca Bianco

Una decisione presa in tarda serata e che ha scatenato una ridda infinita di polemiche politiche. Una decisione che se, a guardare le motivazioni, ha la propria legittimità, appare a molti ‘inopportuna’ visto il critico periodo che l’economia italiana sta vivendo dopo la prolungata chiusura delle imprese e i sacrifici che molti cittadini hanno dovuto sostenere in quarantena e sostengono tuttora. Per questo la vicenda del taglio dei vitalizi, brandita come arma ideologica dai Cinque Stelle, diventa oggi campo di battaglia tra le forze politiche ansiose di agganciarsi all’ennesima occasione per fare populismo spicciolo.

La Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera dell’Ufficio di presidenza che aveva deciso il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari. Hanno votato no i due senatori della Lega, Simone Pillon e Alessandra Riccardi (appena fuoriuscita dal Movimento Cinque Stelle). «La commissione contenziosa è un organo giurisdizionale che applica la legge e non può modulare le proprie decisioni in base a convinzioni politiche – ha dichiarato il senatore di Forza Italia Giacomo Caliendo, che della Commissione è presidente – per cui sarebbe auspicabile che le critiche tenessero conto di tale non irrilevante particolare su cui si fonda anche l ‘autodichia’ della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica».

Subito dopo l’annullamento della delibera, annunciato agli organi di stampa dall’ex deputato ed avvocato Mauruzio Paniz che è stato difensore della maggior parte dei senatori che hanno presentato ricorso, sono piovuti i commenti politici. Particolarmente duro il Movimento Cinque Stelle, che della battaglia sui vitalizi ha fatto una delle proprie bandiere ideologiche. «La Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera sul taglio dei vitalizi – ha scritto Vito Crimi su Twitter –  Ci provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto. Uno schiaffo al Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo ma noi non molliamo. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione?». Altrettanto duro il commento di Luigi Di Maio: «Ma davvero c’è ancora qualcuno che pensa ai vitalizi nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole. Chi pensa di gioire allora non ha capito nulla. Se ci sono interessi da tutelare sono solo quelli dei cittadini italiani che hanno sofferto per mesi gli effetti di questa pandemia. Abbiamo già abolito i vitalizi e non abbiamo alcuna intenzione di ripristinarli».

«Il ripristino dei vitalizi per gli ex senatori è una vergogna – ha tuonato il leader della Lega Matteo Salvini –  La Lega si oppone e si opporrà sempre al ritorno dei vecchi privilegi”. Salvini ha pure sottolineato che i due esponenti leghisti sono stati gli unici (su cinque) a votare contro i ricorsi degli ex parlamentari. Ma non sfugge che a votare a favore, in un vero e proprio blitz sono stati il presidente della commissione Giacomo Caliendo, che è di Forza Italia – alleata di Salvini –  e due membri tecnici, non senatori, indicati dalla presidente del Senato Casellati (esponente di Forza Italia).

Di scelta «incomprensibile e sbagliata» parla invece il segretario del Pd Nicola Zingaretti: «La cassa integrazione è in ritardo e si rimettono i vitalizi – ha aggiunto – Non è la nostra Italia». Di diversa opinione la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Sono il Pd e la sinistra a difendere il ritorno dei vitalizi per gli ex parlamentari deciso ieri sera dalla Commissione contenzioso del Senato. La composizione della Commissione non la ho – ha detto Meloni – ma Fdi non era in Commissione. Noi fummo i primi a lanciare una campagna  contro le pensioni d’oro e quindi contro i vitalizi Quando io presentai una proposta di legge  contro le pensioni d’oro il primo a fare muso fu il Pd». La Meloni si chiede poi chi abbia scelto i due membri tecnici, appunto designati dall’alleata Casellati.

La vicenda dei vitalizi va avanti dal 2018. In verità sono stati aboliti nel 2012, ma con la delibera del 2018 voluta dai Cinque Stelle si è applicata la retroattività per ‘colpire’ 1338 indennità che dovevano essere ricalcolate non più su base retributiva ma contributiva con un abbassamento dell’80%. Il ricalcolo partiva dal primo gennaio 2019, ma in seguito sono arrivati i ricorsi degli ex parlamentari guidati da Maurizio Paniz. Dei ricorsi si doveva discutere nel periodo in cui  scoppiata l’emergenza Coronavirus, la decisione della Commissione contenziosa del Senato (che decide sui ricorsi dei dipendenti di Palazzo Madama sia in servizio che in pensione contro gli atti dell’amministrazione) è arrivata solo ieri.

«Qualsiasi pensionato italiano reagirebbe se si vedesse tagliato dalla sera alla mattina fino all’86% del trattamento pensionistico – ha dichiarato Paniz dopo la decisione – Siamo di fronte a una delibera che ha tagliato senza remore il trattamento pensionistico degli ex senatori in media del 60% fino a un massimo dell’86%. È evidente che ci sia una reazione giurisdizionale, qualsiasi cittadino avrebbe reagito in questo modo. Come in tutti i giudizi, ci sarà un appello, un eventuale ricorso in Cassazione, un intervento in sede di giurisdizione europea. Sarà un percorso fisiologicamente lungo».

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venerdì, 26 Giugno 2020 - 10:45
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