Fine lockdown per il Tribunale di Milano, il diktat del presidente Bichi: «No a troppi processi in un giorno»

Tribunale di Milano
Il Palazzo di Giustizia di Milano

Il Tribunale di Milano torna alla (quasi) normalità. Dopo il lungo lockdown sono state diffuse le nuove regole per lo svolgimento delle udienze e non solo, tutte improntate al rispetto della sicurezza contro il contagio da Coronavirus.

Il provvedimento del presidente del Tribunale meneghino Roberto Bichi, in linea con la normativa nazionale, prevede che le varie sezioni dei giudici dovranno fare in modo di non ‘ingolfare’ di processi le giornate di udienza e stabilire semmai «criteri di priorità» di trattazione dei procedimenti.

Restano salve le «modalità da remoto» per le udienze dei processi già fissati con provvedimenti prima del 30 giugno. Gli arrestati torneranno ad essere presenti nelle aule nelle convalide per direttissima, con una serie di regole per evitare assembramenti agli stessi orari. Udienze in presenza delle parti anche davanti a gip e gup, un ufficio quello dei gip dove si sta cercando di tornare alla normalità anche dopo le conseguenze dell’incendio di marzo, che ha causato anche problemi per molti fascicoli.

Bichi spiega che «l’osservanza delle disposizioni» anti Covid resta la «condizione per lo svolgimento  ell’attività di udienza». Nelle scorse settimane gli avvocati si erano lamentati a più riprese per la stasi delle attività. Intanto, al Palagiustizia in questi giorni c’è più presenza di persone, anche perché diverse cancellerie hanno riaperto al pubblico. E per domani anche i cronisti sono stati ammessi all’aula bunker davanti a San Vittore per assistere alla requisitoria nel processo sul caso Eni-Nigeria.

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mercoledì, 1 Luglio 2020 - 11:23
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