Raffaele Cantone in rotta col Governo, si candida alla guida di 3 procure: pronto a lasciare l’Anac con un anno d’anticipo

Raffaele Cantone
Il magistrato Raffaele Cantone

Tornare in prima linea. Tornare alle origini, indossando nuovamente la toga. Ma stavolta con i gradi di capo di una procura. Raffaele Cantone, attuale presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), ha presentato domanda al Consiglio superiore della magistratura come candidato alla guida di tre procure che presto perderanno il loro capo. Torre Annunziata (attualmente guidata da Alessandro Pennasilico, prossimo alla pensione), Perugia (Luigi De Ficchy va in pensione il primo giugno) e Frosinone (guidata da Giuseppe De Falco) sono gli uffici inquirenti ai quali punta Raffaele Cantone.

Cantone dunque è intenzionato a terminare il suo incarico con un anno di anticipo rispetto alla sua naturale scadenza. Corre voce che nella decisione peserebbe il rapporto con il rapporto con il governo giallo-verde. Al Corriere della Sera Cantone si è limitato a dichiarare: «Mi sono sentito sopportato e siccome non sono uomo per tutte le stagioni ho meditato a lungo e poi ho capito che era arrivato il momento di tornare a fare il mio mestiere». Cantone è entrato spesso in polemica con il governo, soprattutto sul fronte delle riforme in materia di giustizia. Non ha risparmiato dubbi e critiche, seppur sempre in modo pacato e motivando sempre ogni sua perplessità. Dal canto suo il governo giallo-verde non ha mai nascosto la sofferenza verso la carica di Cantone. Il premier Giuseppe Conte, appena insediato, ci tenne a dire che «dall’Anac non abbiamo avuto i risultati che speravamo».

Qualche giorno dopo ci fu una retromarcia, ma ormai il segnale era stato inviato e infatti Cantone non ha mai avuto ‘la sensazione che ci fosse la volontà di marciare insieme. Molto freddi i rapporti con Luigi Di Maio. Non è, dunque, un caso se alla notizia della volontà di Cantone di lasciare l’Anac non sia seguita alcuna dichiarazione dagli ambienti dei Cinque Stelle né dalla Lega. Le uniche dichiarazioni alla stampa sono arrivate da esponenti del Partito democratico che parlano di «grave perdita per il Paese» e addossano ogni responsabilità per le dimissioni al Governo che «demolisce acriticamente tutto che si è fatto in passato».

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mercoledì, 6 Febbraio 2019 - 10:22
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