Legittima difesa, la Lega ottiene la legge Spunta una proposta del Carroccio per rendere più agevole l’acquisto di armi

Pistola Legittima Difesa

Prima la riforma sulla legittima difesa, adesso un intervento per rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma. Ché con le leggi attuali sull’acquisto di una pistola, la legge che ridefinisce i confini per la tutela della persona e dei suoi beni da un’aggressione in casa rischia di rivelarsi un’arma spuntata.

La proposta di legge per modificare le norme sull’acquisto di armi
Dopo la festa di ieri al Senato, che ha dato il via libera definitivo alla legittima difesa con 201 sì, la Lega cala sul tavolo la prevedibile riforma sull’acquisto delle armi. La proposta di legge è stata già presentata alla Camera e porta la firma del deputato del Carroccio Vanessa Cattoi.  «Procurarsi un’arma da fuoco, nel nostro Paese – ha spiegato Cattoi – non è un’operazione molto semplice, almeno per chi vuole farlo nel rispetto delle norme vigenti» perché «le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, il che significa che un italiano su dieci è in condizioni di utilizzare un’arma, anche se il numero delle licenze che consentono a coloro che le acquistano di portarle con sé è largamente inferiore. Non solo, ma in Italia esistono norme molto restrittive anche sull’acquisto di cartucce e di munizioni». «Ai sensi della normativa vigente, sono considerate armi comuni da sparo, oltre ai fucili, alle rivoltelle e alle pistole a funzionamento semiautomatico, anche – ha aggiunto – le armi denominate ‘da bersaglio da sala’, quelle ad emissione di gas, nonché quelle ad aria compressa o gas compressi, i cui proiettili eroghino un’energia cinetica superiore a 7,5 joule. Per acquistare un’arma dotata di potenza inferiore le procedure sono molto semplificate, in quanto è sufficiente aver compiuto la maggiore età ed esibire un documento d’identità in corso di validità».

Il sì al Senato: il centrodestra compatto insieme ai Cinque Stelle
Restano i dubbi dell’Anm e dei penalisti

La legittima difesa è diventa legge ieri pomeriggio, 28 marzo, con 201 voti a favore, 38 no e 6 astenuti. Il sì è arrivato ovviamente dalla Lega (la riforma è un suo cavallo di battaglia), ma anche dal Movimento Cinque Stelle (Di Maio ha sottolineato la ‘lealtà’ al contratto di governo) nonché da Forza Italia e da Fratelli d’Italia. Restano, tuttavia, i dubbi da parte dell’Associazione nazionale magistrati e dell’Unione delle Camere penali italiani. Ha commentato Francesco Minisci, presidente dell’Anm: «Tutti saranno meno garantiti (….) Ci sono numerosi dubbi di incostituzionalità che la nuova legge comporta». Per i penalisti, guida da Gian Domenico Caiazza, la legge «è inutile e pericolosa e interviene su un’emergenza virtuale, inesistente, visto che i casi di legittima difesa in casa sono due all’anno e si tratta di assoluzioni». Ma Salvini fa spallucce: «Un giorno bellissimo, per tutti gli italiani».

Cosa cambia con la nuova legge sul piano penale e civile
Nello specifico la riforma della legittima difesa va a modificare due articoli del Codice penale – l’articolo 52 (la legittima difesa domiciliari) e l’articolo 55 (eccesso colposo) – e aumenta le pene per i reati di violazione di domicilio, furto e rapina. Nei casi di presunta legittima difesa, resta in piedi la necessita’ che la magistratura accerti i fatti facendo indagini. In particolare, con l’aggiunta dell’avverbio “sempre”, l’articolo 1 della legge introduce un aspetto tra i più controversi: d’ora in poi, di fatto non si mette in discussione la reazione di chi difende se stesso, altri o i propri beni usando un’arma detenuta legittimamente (o un altro mezzo simile), riconoscendo che la sua reazione era “giustificata” e non eccessiva. Di conseguenza non può essere punito. Non è punibile nemmeno se era profondamente turbato dal pericolo che si è trovato di fronte. In questo senso l’articolo 2 modifica l’attuale eccesso colposo (diventa un delitto colposo quello di chi, per difendersi, va oltre i limiti stabiliti dalla legge), superandolo. Novità anche sul piano del diritto civile: la normativa appena approvata sancisce che non c’è responsabilità di chi ha agito in condizioni di legittima Difesa. Cià significa che, se assolto penalmente, non è obbligato a risarcire – civilmente – eventuali danni provocati all’aggressore o al rapinatore, se ad esempio fosse rimasto ferito o ucciso nell’azione. Una modifica riguarda le spese legali di chi ha agito per legittima difesa: l’articolo 8 prevede che potrà contare sul gratuito patrocinio se il suo procedimento e’ stato archiviato, prosciolto o si è riconosciuto il non luogo a procedere. Infine, agli articoli 4, 5 e 6 il provvedimento modifica e innalza alcune pene: per la violazione di domicilio si andrà da un minimo di un anno (attualmente 6 mesi) al massimo di 4 (prima, un anno); per furto in abitazione e furto con strappo si rischierà da 4 anni (attualmente 3 anni) a 7 anni (contro i 6 di oggi); in caso di rapina varia la reclusione minima che sale a 5 anni (oggi 4). Resta invariata quella massima di 10 anni.

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venerdì, 29 Marzo 2019 - 13:44
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