L’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio dell’innocente Luigi Galletta, il meccanico ammazzato nella faida tra i Sibillo e i Buonerba, non ha retto. I giudici del Tribunale del Riesame hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata nei confronti di Ciro Contini, nipote del boss Eduardo Contini ‘o romano e anello di collegamento tra la cosca del Vasto e i Sibillo, ma hanno confermato le accuse e la misura cautelare (in carcere) rispetto all’accusa di associazione di stampo mafioso per aver fatto parte del clan Sibillo.
Le motivazioni alla base della decisione del Riesame saranno depositate tra due settimane, ma è facile immaginare che il punto debole dell’impostazione accusatoria ricada proprio nel ruolo di esecutore materiale cucito addosso a Contini. Per la morte di Luigi Galletta esiste già una sentenza di condanna ed è quella emessa in primo grado nei confronti di Antonio Napoletano ‘o nannone, che all’epoca dei fatti era minorenne. Napoletano, condannato in primo grado a 18 anni dal Tribunale per i Minorenni, è stato riconosciuto colpevole proprio come esecutore materiale. C’è quindi un killer di troppo in questa inchiesta. Luigi Galletta venne ucciso perché non rivelò ai Sibillo, clan che in quel periodo era in guerra con i Buonerba di via Oronzio Costa, dove si nascondesse il cugino Luigi Criscuolo, che dei Buonerba faceva parte. Il punto è che, dove fosse Criscuolo, Luigi Galletta davvero non lo sapeva, perché lui era estraneo alle logiche criminali e le scelte sbagliate di quel parente col quale manco aveva a che fare non le aveva mai condivise. Luigi Galletta fu ucciso il 31 luglio del 2015.
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mercoledì, 27 Marzo 2019 - 13:50
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