Sri Lanka, coprifuoco dopo gli attentati: scattano circa 30 arresti per le bombe
 Bilancio pesantissimo: 290 morti


Un nuovo coprifuoco, ché la minaccia di attentati non è ancora stata scongiurata. Il giorno dopo la carneficina provocata dall’esplosione simultanea di otto bombe che hanno colpito chiese e alberghi di lusso nella zona di Colombo, lo Sri Lanka è ancora sotto choc. Ancora ostaggio della paura. Il coprifuoco è stato disposto dalle 20 ore locali (le 16.30 in Italia) fino alle 4 del mattino di domani. Già ieri, dopo la serie di attentati che hanno colpito il Paese, era stato imposto un coprifuoco di 12 ore, fino alle 6:00 locali di questa mattina.

I morti sono 290, ci sono anche 35 stranieri
Cinquecento i feriti
Il bilancio dei morti è pesantissimo. Le vittime accertate sono 290; tra queste ci sono 35 turisti (nessuno è italiano) tra cui cittadini di Stati Uniti, Giappone, India, Portogallo. Dalle prime notizie giunte si sa che, tra gli stranieri, le vittime accertate sono almeno 5 cittadini britannici (due dei quali con doppio passaporto, anche cittadini statunitensi), tre danesi, un portoghese, sei indiani, due turchi, un olandese, un giapponese, due cinesi. Tra le vittime ci sono anche tre poliziotti colpiti da una delle ultime esplosioni verificatesi mentre erano in corso operazioni di polizia. Cinquecento, invece, il numero dei feriti.

Le località colpite dagli attentati
Una delle chiese colpite dall’esplosione è Sant’Antonio a Colombo. Le altre due sono San Sebastiano a Negombo, a circa 30 chilometri dalla capitale e una chiesa a Batticaloa, a 250 chilometri a est della capitale. Sono stati sicuramente colpiti anche lo Shangri-La Hotel, il Kingsbury Hotel e il Cinnamon Grand a Colombo.

Gli arresti
Quanto agli attentatori, la polizia locale ha già tratto in arresto 24 persone, tutti cittadini srilankesi, ma al momento non ci sono rivendicazioni o attribuzioni delle responsabilità degli attacchi.

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lunedì, 22 Aprile 2019 - 11:16
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