Consip, il gip impone ai pm di indagare Denis Verdini e di fare altre verifiche su Tiziano Renzi e Luca Lotti

Denis Verdini

L’inchiesta ‘Consip’ non solo resta aperta, ma deve ampliare il proprio campo. Nella giornata di ieri il giudice Gaspare Sturzo del Tribunale di Roma ha sciolto la riserva sulla seconda di archiviazione che era stata depositata il 22 novembre dalla procura in relazione alla posizione di dieci indagati, tra i quali Tiziano Renzi, il padre del leader di Italia Viva Matteo Renzi. In un provvedimento di 191 pagine, il gip ha ordinato alla procura di indagare anche su altre figure, indicando nello specifico accertamenti su Denis Verdini, l’ex coordinatore del Pdl, per i reati di turbativa d’asta e concussione. Secondo il gip Verdini deve essere indagato assieme all’ex parlamentare Ignazio Abrignani e all’imprenditore Ezio Bigotti in relazione alla gara di appalto Consip FM4. Nei confronti dei tre viene ipotizzato il reato di concussione ai danni dell’ex ad della centrale acquisti della Pa, Luigi Marroni, «in relazione alla vicenda Cofely».

Nel provvedimento il giudice chiede, inoltre, ai pm di iscrivere nel registro degli indagati l’imprenditore Carlo Russo, già a processo nel filone principale e indagato in questa tranche per turbativa d’asta, anche per il reato di traffico di influenze illecite in concorso con l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare di Alleanza Nazionale Italo Bocchino e Tiziano Renzi: per il gip sono necessari indagini per verificare se ci sia stata o meno una attività di mediazione da parte di Renzi senior per commesse ed appalti, in concorso con l’imprenditore Alfredo Romeo e l’ex parlamentare Italo Bocchino. I tre sono accusati di traffico di influenze illecite. Il giudice ha disposto ulteriori indagini anche per l’ex ministro dello Sport Luca Lotti e del generale dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, per il reato di rivelazione del segreto d’ufficio. Tornando a Russo, per il gip l’imprenditore deve essere indagato anche per due episodi di tentata estorsione ai danni di Marroni avvenuti il 10 novembre del 2015 e il 18 maggio del 2016.

Nel provvedimento, il giudice per le indagini preliminari Gaspare Struzo ha concesso alla procura 90 giorni di tempo per colmare il vuoto investigativo. Sulla decisione del gip è arrivato il commento dell’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi: «Per due volte la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione di Tiziano Renzi, riconoscendo la correttezza del comportamento del mio cliente. Rimaniamo a disposizione dei magistrati romani anche per le nuove indagini, con la tranquillità e la fiducia di chi intende collaborare con gli inquirenti, prendendo atto che – a differenza dei ripetuti rumors della vigilia – il Gup non ha ordinato l’imputazione coattiva sotto alcun profilo».

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martedì, 18 Febbraio 2020 - 14:08
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