Sono una psicologa, operatrice della Fondazione Massimo Leone onlus da 10 anni, realtà che da più di 25 opera sul territorio campano per offrire servizi e opportunità alle persone senza dimora nell’ottica di un reinserimento lavorativo, relazionale, abitativo.
In questo momento di grande difficoltà che stiamo vivendo, la realtà dei senza dimora è arginata a qualche servizio in tv e alla grande attenzione che le federazioni italiane e europee portano al governo, ma molti dei nostri “ospiti” non possono «restare a casa perché la casa non ce l’hanno». C’è accanto a loro, il lavoro di centinaia di operatori e volontari che prestano servizio in tante le realtà che la Fondazione Massimo Leone onlus ha provato a sintetizzare in un documento, come strumento guida, per descrivere le modalità di accesso laddove cambiate e segnalare le chiusure inevitabili di alcuni servizi. Il documento (consultabile al termine dell’intervento, ndr) l’abbiamo pensato in continuo cambiamento perché se da un lato si lascia spazio a tante modifiche che potrebbero subire alcuni servizi per via di eventuali nuove direttive governative, dall’altro ci aspettiamo che tantissime realtà del volontariato sommerse e silenziose emergano per divenire anch’esse punti di riferimento.
L’idea è nata dalla confusione, dalle domande di operatori che si chiedevano cosa era aperto o meno, dove orientare per un riparo, per un pasto, per uno spazio di accoglienza. E’ nata per supportare colleghi in un momento di destabilizzazione che lascia vuoti e paure e responsabilità mai vissuti prima. Ma, oggi sono in primo luogo, le forze dell’ordine a contattarci per avere informazioni, quelli che come gli operatori delle strutture di accoglienza sono in prima linea nell’incontro “ ravvicinato” con Giuseppe, Antonio, Cristina, Mohamed, Ciro e tanti altri…
Gli incontri sono da evitare oggi, la strada è da evitare, gli spostamenti sono vietati… ma quando si esce da un dormitorio e si deve rientrare in serata o in pomeriggio, quando al Dormitorio non si è proprio arrivati, resta la strada da vivere con un foglio in tasca che li autorizza a starci. Sono vite complesse queste ma sono vite di uomini e donne che seppur vulnerabili dimostrano sempre grande resilienza nell’affrontare anche questo momento con forza e resistenza, e dimostrano tanta dignità quando, se sono sfortunati, passando sotto ad un balcone, invece di una canzone intonata, si beccano un’arancia o dell’acqua come se fossero, a prescindere, portatori di chissà quale virus. Sono, ripeto, uomini e donne vulnerabili e resilienti.
A noi operatori spetta il compito e la responsabilità di informare, accogliere, sostenere e garantire il loro benessere psicofisico; alle istituzioni quello di ideare, progettare strategie di sopravvivenza per gli ospiti e per i servizi; al cittadino comune, il compito più “duro”: quello di “ad un metro di distanza “ tendere una mano! Per qualsiasi informazione rivolgersi al numero 081262063 dal lunedì al venerdi dalle 9 alle 18.
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giovedì, 26 Marzo 2020 - 13:25
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